Giuliano Ferrara |
“Ecco che
Berlusconi qualcosa potrebbe fare. Non la minaccia di staccare la spina, ma far
correre una ventata di energia politica nuova, decisiva, necessaria. Dare un orizzonte alla
politica democratica. Parlare, dire la verità. Impegnarsi per un patto di riforma serio del sistema, sollecitarlo, e costruire un
orizzonte credibile e responsabile per la ripresa e il rilancio della democrazia
offuscata”.
A scrivere è Giuliano
Ferrara, nell’editoriale de il Giornale del 15 gennaio. Dopo aver
passato in rassegna – in un personalissimo elenco – le difficoltà di questo inizio 2012 (i partiti – in
primis Lega e Italia dei Valori –
in crisi; lo spread alle stelle
nonostante Monti; il governo dei tecnici, malefica “negazione del voto e,
quindi, della politica”), Ferrara si lancia in un deciso quanto goffo, surreale
e naïf endorsement di quella
figura politica che, provvidenzialmente, potrebbe salvarci da tutte le sventure
di questo mondo: niente meno che Silvio Berlusconi.
Ora, si può anche
essere stati berlusconiani (nessuno è perfetto), si può anche rimpiangere, con
interessata nostalgia, i fasti e i privilegi elargiti un tempo della corte e di
cui si è beneficiato. Ma dire che oggi, anno domini 2012, Berlusconi possa portare “una ventata di
energia politica nuova” è contrario ad ogni forma di buon senso politico.
La figura retorica
dell’ossimoro deve piacere non
poco all’amico Ferrara, che – in pochissime righe – ne fa ampio uso. Già perché
Berlusconi non fa rima ne con “novità”, né tanto meno con “verità”, per non
parlare della dubbia compatibilità con “serio”, “credibile” e “responsabile”.
Non pago,
l’intrepido continua: “Berlusconi potrebbe fare del 2013 una scadenza felice,
un’opportunità, potrebbe diventare il padre nobile della Repubblica a venire, e un coautore decisivo della salvezza
nazionale e di una Europa della
quale si possa pensare che non esiste solo per una astratta e punitiva
disciplina fiscale”.
Padre nobile della
Repubblica? Coautore di salvezza nazionale? Più che un fondo sembra una mal
riuscita boutade. Per dare una
parvenza logica al discorso, Ferrara ci spiega la ratio (se c’è una ratio) del suo ragionamento: “In poche parole. La destra
liberale italiana incarnata per tanti anni dall’anomalo leader Berlusconi
potrebbe diventare una destra di governo per il futuro. Grazie a lui stesso,
all’anomalo leader che ha compiuto e sancito la parabola della sua anomalia
andandosene e lasciando il passo al governo tecnico”.
In
altri termini, secondo il giornalista, Berlusconi si sarebbe rifatto una
verginità (il doppio senso non era voluto, è venuto così) con le dimissioni, atto purificatore in grado di ridare nuovo smalto
al consumato leader, passando magicamente un colpo di spugna su anni di
conflitto di interessi, di leggi ad personam, di scandali, di gaffes internazionali, di bugie e
di irresponsabilità.
Bellissimo questa dissezione delle parole di Giulianone. Probabilmente il suo scritto è l'effetto dell'età: si ritorna bambini, o almeno indietro di vent'anni, quando il tono, elogio più elogio meno, era lo stesso.
RispondiEliminaL'eterna giovinezza...
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