mercoledì 5 giugno 2013

Turchia: domanda e risposta



In data 2 giugno 2013, Libertà e Giustizia Roma invia una lettera aperta all’Ambasciatore turco in Italia, pochi giorni dopo la risposta. Eccole entrambe:

Ambasciatore Hakkı Akil,
come cittadini Italiani  amici della Turchia siamo rimasti profondamente colpiti dalla brutale repressione che il suo Governo ha posto in essere contro i dimostranti di Piazza Taksim.
La difesa del Gezi Parki è diventata il simbolo dei cittadini che vedono erodere ogni giorno il valore fondativo della laicità dello Stato Turco, a causa di una legislazione sempre più soggetta a restrizioni religiose.
L'interferenza della religione - di alcuni - sulle leggi - per tutti - ha sempre provocato ingiustizie e regresso sociale ed infatti è stata da tempo superata negli stati con democrazie più avanzate
Anche in Italia la laicità dello Stato  è molto incerta e tanti cittadini - credenti e non credenti - si battono insieme perché questo tema si affermi pienamente, come principio di rispetto ed eguaglianza verso i credenti di tutte le religioni, in regime di assoluta parità con chi si dichiara ateo.
Ambasciatore Hakkı Akil,
nell'esprimere pena solidarietà ai dimostranti così duramente e ingiustamente perseguitati e feriti, le chiediamo di riferire al suo Governo la profonda preoccupazione di molte cittadine e cittadini Italiani per l'indebolimento  nella Turchia del valore della laicità, che è stato uno degli elementi più importanti per creare un clima di progressiva fiducia tra Turchia ed Europa, e che oggi rischia di subire una brusca battuta d'arresto.

Con amicizia e impegno democratico

Massimo Marnetto
Libertà e Giustizia di Roma – Italia

***
La ringrazio per l’interesse dimostrato per gli avvenimenti che succedono nel nostro Paese.
Il diritto alla libertà di espressione, di riunione e di manifestazione, sono diritti garantiti dalla Costituzione nel nostro Paese.
In realtà, questo tipo di manifestazioni fanno parte della cultura politica della Turchia. Esse non sono casi nuovi o straordinari.
Durante le manifestazioni iniziate a Taksim che avevano finalità di protezione ambientale e in seguito dilagate ulteriormente, le forze di sicurezza hanno dovuto intervenire contro alcuni gruppi che avevano fuorviato lo scopo della manifestazione, ricorrendo alla violenza.
Il Primo Ministro Erdogan e il Ministro dell’Interno Güler hanno personalmente condiviso con l’opinione pubblica l’idea che la polizia in alcune momenti della manifestazione abbia usato la forza in maniera sproporzionata e hanno prontamente annunciato l’apertura di un'inchiesta.
Infatti, oggi, il Ministero dell'Interno ha avviato questo processo.
Allo stato attuale, i rappresentanti della politica e della società civile fanno appelli al buon senso.
La democrazia radicata della Turchia e la cultura di pace della nostra comunità hanno la maturità e gli strumenti sufficienti in grado di porre fine a questo processo in modo pacifico.
In questo senso, il Presidente della Repubblica oggi ha lanciato un messaggio nel quale ha espresso che i messaggi di buon senso sono ricevuti e verranno considerati.
La ringrazio ancora per la sua cortese attenzione e sensibilità ed invio cordiali saluti.

Hakkı AKİ
L' Ambasciatore

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