lunedì 23 settembre 2013

La Cancelliera venuta dall'Est


Angela Merkel festeggia i risultati delle elezioni federali del 22 settembre 2013

Trionfa Angela Merkel, l’imperscrutabile cancelliera venuta dall’Est. Amata, temuta, criticata e osannata, negli anni si è imposta – in patria come nella scena internazionale – con uno stile tutto suo. Ce lo racconta bene, questo stile, Ubaldo Villani-Lubelli, ricercatore esperto di politica e cultura tedesche, in Enigma #merkel (GoWare) godibile e dettagliato e-book, più che mai utile per comprendere il profilo umano e politico della Cancelliera. Dell’infanzia e della gioventù di Angela Kasner (questo il suo nome di battesimo) qualcosa (non molto) si sa, e Villani-Lubelli approfondisce prendendo a riferimento testi e biografie in lingua tedesca. Figlia di un pastore luterano che alla metà degli anni cinquanta decide, volontariamente, di trasferirsi nella Germania comunista per fondare un seminario, è una ragazza brillante. Dall’interesse per la fisica (Angela si dedica alla ricerca universitaria ed è molto stimata in ambito accademico) a quello per la politica, il passo è breve. Aderisce a Demokratischer Aufbruch, Risveglio Democratico (movimento di opposizione costituitosi subito dopo la caduta del Muro e ispirato ai cristiano-democratici della Germania occidentale). «Diventa, così – scrive Villani-Lubelli – protagonista silenziosa della riunificazione e si fa apprezzare da quello che sarà il suo mentore: Helmuth Kohl». Angela entra in politica e la politica entra nella sua vita. Dapprima è “Das Mädchen”, giovane promessa sponsorizzata da Kohl, che con il suo volto intende veicolare l’immagine della Germania riunificata e che per due volte la vuole nei suoi governi: prima è ministro per la Famiglia, per le Donne e i Giovani, poi per l’Ambiente e la Sicurezza dei reattori nucleari.
Ma al momento giusto, quando una serie di scandali finanziari travolgono la CDU, lei, Das Mädchen, non esita a rompere il cordone ombelicale con il suo mentore politico e – rottamatrice ante litteram – lo attacca dalle colonne del Frankfurter Allgemeine Zeitung:
«dopo una vita politica così lunga come quella che ha avuto Helmut Kohl, forse è chiedere troppo dimettersi da tutte le cariche, ritirarsi definitivamente dalla politica e lasciare libero il campo ai successori, ai giovani? »
Una scommessa. Una scommessa su se stessa, che Villani-Lubelli descrive come uno dei più delicati passaggi della carriera politica della futura Cancelliera.
Una outsider, a suo modo, dal 2000 alla guida della CDU: prima donna a presiedere un grande partito conservatore e, fino a quel momento, maschilista. E, qualche anno dopo, prima donna – per di più dell’Est – a guidare la Germania. La sua, secondo molti analisti politici, doveva essere solo una leadership di passaggio, una transizione di basso profilo. «Portatrice di una personalità con valori di riferimento almeno in parte in contrasto con le tradizioni dominanti tra i cristiano-democratici (...) Angela, la ragazzina che veniva dall’Est, era protestante, donna e non aveva figli. Una vera rivoluzione silenziosa!», spiega l’autore di Enigma #merkel.
E lei, stratega del compromesso, è in grado di guidare quella Grosse Koalition che ha rimescolato la geografia ideologica del paese, con i cristiano democratici e i socialdemocratici nella maggioranza, i verdi e i liberali all’opposizione. Leader della Germania ma sempre più, parallelamente, anche personaggio dal profilo internazionale, tanto che per Forbes è la donna più autorevole al mondo e il secondo politico più influente dopo Obama. È poi la volta del secondo governo della Cancelliera, quello nato nel 2009. Il terzo mandato da Cancelliera inizia ora, dopo i risultati usciti dalle elezioni federali di ieri, in quella che è stata, non c’è che dire,  una vittoria anche personale. 

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