Angela Merkel
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«È meglio essere amato che temuto, o ‘l converso?. Rispondesi, che si vorrebbe essere l'uno e l'altro; ma, perché elli è difficile accozzarli insieme, è molto più sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell'uno de' dua».
Così ragionava – nel
lontano 1513 – Nicolò Machiavelli ne “il Principe”, sofisticato trattato di
teoria politica, che ha fatto storia nel suo genere e non solo (finendo,
spesso, per essere più chiacchierato che letto, porgendo il fianco ad
interpretazioni forzate e contrapposte).
A riportare all’attualità
questo passaggio è il sociologo e scrittore tedesco Ulrich Beck che, dalle
pagine di Repubblica, commenta le imminenti elezioni tedesche e tratteggia
il ruolo della Cancelliera Angela Merkel, alle soglie di quella che ha tutta l’aria di essere una sua
riconferma alla guida del paese. Se, infatti, con la crisi dell’Euro molti dei
governi europei in carica hanno perso rovinosamente le elezioni, opposta sembra
essere la tendenza della politica tedesca. «I tedeschi adorano angela Merkel –
spiega Beck – innanzitutto perché pretende pochissimo da loro. E poi perché
sta mettendo in pratica un nuovo stile di potere politico: il merkiavellismo». Di che cosa si tratta, esattamente? Parafrasando
le parole de “Il principe”, il sociologo vede nell’agire politico della
Cancelliera una applicazione selettiva e asimmetrica del principio
machiavelliano, per cui la Merkel
punterebbe ad essere temuta fuori dai confini tedeschi e amata all’interno
di essi. «Neoliberismo brutale –
puntaulizza – per il mondo esterno, concertazione con una spruzzata di
socialdemocrazia in casa: questa è la formula del successo che ha
sistematicamente consentito a Merkiavelli di espandere il suo potere e quello
della Germania». A fronte di questo delicato equilibrismo, il dibattito che sta
accompagnando i cittadini alle urne è poco europeo e molto concentrato sulla
politica interna, mentre su Euro ed europa sembra reggere un tacito consenso,
anche grazie ad una “opposizione che non si oppone” («i due partiti di opposizione,
socialdemocratici e verdi, contestano i piani di austerity della cancelliere su
alcuni dettagli, ma in parlamento hanno sempre votato con lei»). Se quindi il
progetto europeo, è – per ora – il convitato di pietra delle elezioni tedesche,
c’è da scommettere che, all’indomani della chiusura delle urne, diventerà il
nodo principale da sciogliere. E la Germania non potrà tirarsi indietro.
da La pericolosa solitudine di Angela Merkiavelli,
articolo di Ulrich Beck,
la Repubblica, 31 agosto 2013
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