lunedì 2 settembre 2013

Merkiavelli


Angela Merkel

«È meglio essere amato che temuto, o ‘l converso?. Rispondesi, che si vorrebbe essere l'uno e l'altro; ma, perché elli è difficile accozzarli insieme, è molto più sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare dell'uno de' dua».
Così ragionava – nel lontano 1513 – Nicolò Machiavelli ne “il Principe”, sofisticato trattato di teoria politica, che ha fatto storia nel suo genere e non solo (finendo, spesso, per essere più chiacchierato che letto, porgendo il fianco ad interpretazioni forzate e contrapposte).
A riportare all’attualità questo passaggio è il sociologo e scrittore tedesco Ulrich Beck che, dalle pagine di Repubblica, commenta le imminenti elezioni tedesche e tratteggia il ruolo della Cancelliera Angela Merkel, alle soglie di quella che ha tutta l’aria di essere una sua riconferma alla guida del paese. Se, infatti, con la crisi dell’Euro molti dei governi europei in carica hanno perso rovinosamente le elezioni, opposta sembra essere la tendenza della politica tedesca. «I tedeschi adorano angela Merkel – spiega Beck – innanzitutto perché pretende pochissimo da loro. E poi perché sta mettendo in pratica un nuovo stile di potere politico: il merkiavellismo». Di che cosa si tratta, esattamente? Parafrasando le parole de “Il principe”, il sociologo vede nell’agire politico della Cancelliera una applicazione selettiva e asimmetrica del principio machiavelliano, per cui la Merkel punterebbe ad essere temuta fuori dai confini tedeschi e amata all’interno di essi. «Neoliberismo brutale – puntaulizza – per il mondo esterno, concertazione con una spruzzata di socialdemocrazia in casa: questa è la formula del successo che ha sistematicamente consentito a Merkiavelli di espandere il suo potere e quello della Germania». A fronte di questo delicato equilibrismo, il dibattito che sta accompagnando i cittadini alle urne è poco europeo e molto concentrato sulla politica interna, mentre su Euro ed europa sembra reggere un tacito consenso, anche grazie ad una “opposizione che non si oppone” («i due partiti di opposizione, socialdemocratici e verdi, contestano i piani di austerity della cancelliere su alcuni dettagli, ma in parlamento hanno sempre votato con lei»). Se quindi il progetto europeo, è – per ora – il convitato di pietra delle elezioni tedesche, c’è da scommettere che, all’indomani della chiusura delle urne, diventerà il nodo principale da sciogliere. E la Germania non potrà tirarsi indietro.

da La pericolosa solitudine di Angela Merkiavelli
articolo di Ulrich Beck, 
la Repubblica, 31 agosto 2013


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