Queen Elizabeth II a Berlino parla niente meno che di unità di Europa.
E non è poco, se pensiamo che queste parole vengono da un simbolo (culturale più che politico, of course) dell'euroscettico Regno Unito.
"Nelle nostre vite abbiamo visto il meglio ma anche il peggio del nostro Continente", dice.
"Dobbiamo lavorare sodo per mantenere i benefici dell'Europa post-bellica. Dobbiamo essere consapevoli di quanto sia pericolosa la divisione in Europa: dobbiamo stare in guardia contro questo rischio, ad est come ad ovest.
Questo rimane uno sforzo comune".
Insomma, che aria tira a Londra?
Ancora non è facile dirlo: David Cameron il mese scorso ha vinto le elezioni anche grazie alla promessa del referendum sulla membership dell'Unione.
Ma sono di poco fa queste sue parole (leggi qui), da molti osservatori definite addirittura il segno del cosiddetto U-turn del Primo Ministro:
"I’ve been very clear. If you want to be part of the government,
you have to take the view that we are engaged in an exercise of renegotiation, to have a referendum
and that will lead to a successful outcome.”
Detto in altri termini, i membri del governo - spiega Cameron - dovranno sostenere al campagna per il sì all'appartenenza all'Unione, impegnandosi nel processo di rinegoziazione che Londra chiede a Bruxelles circa le regole del gioco.
Appartenenza alla casa comune europea: sì o no?
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