«On
January 24th, Apple Computer will introduce Macintosh.
And
you'll see why 1984 won't be like 1984».
Si chiudeva così lo spot
girato da Ridley Scott per Apple, in vista del lancio del primo Macintosh
creato a Cupertino.
Il riferimento – più che
evidente – è alle cupe atmosfere del romanzo di George Orwell, metafora
neanche tanto velata di un’industria tecnologica senza stile e senza idee,
grigia ed omologata. Industria ed atmosfere che Apple intendeva rivoluzionare,
creando il “computer per tutti”.
Il computer utile, ma anche piacevole.
Il computer tecnologicamente raffinato, ma anche intuitivo.
Il computer utile, ma anche piacevole.
Il computer tecnologicamente raffinato, ma anche intuitivo.
Primo video virale della
storia e prima pubblicità a non mostrare il prodotto reclamizzato, lo spot –
lanciato durante il Super Bowl, evento sportivo (e mediatico) di punta negli USA
– anticipa di due giorni l’uscita del prodotto, il 24 gennaio, con una con una
delle più spettacolari presentazioni di Steve Jobs (guarda).
Rivoluzione
pubblicitaria e tecnologica insieme, per la mela morsicata.
Allora si trattava di
una scatoletta beige, con uno schermo quadrato ed una grafica innovativa: ma,
di fatto, pareva quasi cosa viva, animata.
Destinata a cambiare
abitudini e stili di vita.
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