Domani, 28 gennaio,
Barack Obama pronuncerà il suo sesto discorso sullo Stato
dell’Unione. Andrà in onda in prime time e a guardarlo ci saranno milioni di
americani: per Mr President è l’occasione per riconquistare la fiducia degli
elettori, dopo un difficilissimo un anno di presidenza: l'anno dello shutdown del governo federale (ovvero la chiusura dei
rubinetti monetari di Washington), della travagliata entrata in vigore della
riforma sanitaria, del datagate, della crisi delle armi chimiche siriane.
La Casa Bianca ha
lanciato una campagna di comunicazione ad hoc, per coinvolgere i cittadini nella stesura del
discorso, di cui ci vengono mostrate le varie fasi di preparazione.
"The State of the
Union", una tradizione. La Costituzione americana prevede che il
presidente “di tanto in tanto” informi il Congresso sullo stato della nazione e
i suoi programmi per il futuro. Nel tempo l’appuntamento ha assunto una
scadenza fissa: una volta l’anno, tra la fine di gennaio e l’inizio di
febbraio, il presidente degli Stati Uniti riferisce al Congresso in seduta
plenaria alla presenza dei membri del governo e della Corte Suprema, rendendo
conto delle condizioni della nazione e, soprattutto, descrivendo la sua agenda
e le sue priorità per l’anno a venire, che lo staff di Obama ha definito come
"anno dell'azione".
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