venerdì 13 febbraio 2015

Samantha

dal profilo Twitter di @AstroSamantha 

No, viene retorico. Non lo scrivo...Alla fine diventa un pezzo smielato...forse scontato. E quel che è peggio, buonista.
E invece lo scrivo, eccome se lo scrivo. Perché quando vedi una bella persona - anche se non la conosci e si trova a non-so-nemmeno-quanti chilometri di distanza - è sempre una sensazione piacevole. E non trascurabile.

Mi riferisco a Samantha Cristoforetti, astronauta italiana, ospite in video del Festival di Sanremo nella puntata di giovedì (del fatto che fosse stato registrato poche ore prima, sinceramente, non importa molto). Pochi minuti di collegamento - si trovava non proprio dietro all'angolo, ma nella stazione spaziale internazionale - in cui l'ho ascoltata attentamente, incuriosita da questo volto simpatico, con i capelli dritti per l'assenza di gravità. 
Una manciata di parole e una boccata di umiltà, empatia, responsabilità. 
"Da quassù diventiamo più consapevoli, si capisce in maniera prepotente che siamo tutti abitanti di questa piccola terra, fragile e meravigliosa".  "È la nostra astronave e dobbiamo trattarla bene, perché un'altra non ne abbiamo". 
C'è poi l'idea - ben presente in Samantha - di rappresentare un'istituzione (questo, di fatto, è l'Agenzia spaziale italiana, ente pubblico nazionale) e di parlare anche a nome di questa (drin drin, politici, funzionari, rappresentanti: vi dice qualcosa?).
Parla di comunità scientifica con orgoglio: che forse proprio la scienza sia l'ultimo baluardo di una qualche idea di comunità e condivisione?    
Quanta misura in quelle parole, dosate, attente, senza l'intento forzato di voler essere sopra le righe. 
Addirittura il rispetto per la televisione come mezzo di tutti, quando non coglie l'occasione (pubblica) per saluti (privati). 
È entusiasta del proprio lavoro, di viaggiare a 28 mila km all'ora: "ho amato vivere quassù fin dal primo giorno, per il piacere di essere arrivata dove avevo sempre sognato di essere". 
Fluttua e della terra le mancano un'insalata fresca o l'acqua per lavare le mani. Il fascino delle piccole cose, semplici, di cui si può sentire la mancanza in una vita così diversa e così lontana. 
"Un saluto e un abbraccio dallo spazio".
Ma soprattutto un esempio. 
Per tutti.



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