mercoledì 12 ottobre 2011

(Dis)unione europea?


Riassumendo, questa è la situazione. L'Europa è alla vigilia di un Consiglio europeo scottante come non mai e, proprio per questo, posticipato di qualche giorno per propiziarne l'efficacia (si terrà, alla fine, il prossimo 23 ottobre). Già perché questa volta si tratta di decidere la strategia complessiva sulla crisi del debito sovrano e su tutte le questioni ad essa collegate, incluso il famoso fondo salva stati. Ma anche (e soprattutto) sul nodo rappresentato dal salvataggio degli istituti bancari. Una fumata nera sarebbe, quindi, deleteria.

Nel frattempo però l'Unione sembra tutto fuorché unita. Nel fine settimana il vertice franco-tedesco – iniziativa salutata con favore anche da Obama – ha scoperchiato, nel vecchio continente, un vaso di Pandora pieno zeppo di mai sopite gelosie e malcelate rivalità. Mentre Merkel e Sarkozy – al loro ottavo tête-à-tête dall’inizio della crisi della zona euro – ridavano ossigeno alle Borse con la loro decisione di ricapitalizzare le banche in difficoltà, infatti, qualcuno ha puntato il dito contro il cosiddetto ‘asse franco-tedesco’. 

Il primo a dare vita a questo (quasi) caso diplomatico e ad esternare il j'accuse è stato Franco Frattini. Il Ministro degli esteri italiano ha definito il vertice bilaterale non solo inutile ma anche fuori luogo. Dal canto loro Francia e Germania si difendono. Lungi dal voler creare un Direttorio – si affrettano a riferire fonti francesi – men che meno imporre decisioni a due. Più piccata la Germania, che tira in ballo le proporzioni delle economie, come a dire chi conta di più è normale che prenda l’iniziativa.

Ma l'entente Merkel-Sarkozy sembra non andare giù nemmeno a Romano Prodi, perché – oltre a bypassare le istituzioni comuni – susciterebbe non poca diffidenza negli altri paesi. Numerosi osservatori, invece, si concentrano non tanto su quello che Francia e Germania fanno ma su quello che l’Italia non fa. Da Enrico Letta (pd) a Antonio Puri Purini (ex ambasciatore italiano a Berlino), in molti accusano il governo italiano di aver perso terreno in Europa, in termini di prestigio e peso contrattuale.

Dal canto suo la Commissione europea interpreta l’incontro franco-tedesco come «un contributo» alla preparazione dei lavori del vertice che riunirà capi di Stato e di Governo alla fine del mese.
«Dobbiamo dimostrare di essere determinati a superare le difficoltà» chiedono Barroso e Van Rompuy, rispettivamente Presidente della Commissione europea e Presidente del Consiglio Ue, in una lettera indirizzata ai leader dei 27 paesi. Mentre il Presidente della Banca centrale europea, Trichet, lancia un preoccupante monito: la crisi è peggiorata e le istituzioni devono reagire rapidamente, basta con i ritardi. «Abbiamo i minuti contati».

Tra appelli, moniti e ripicche, quel che è certo è che senza un intervento deciso dell’Unione – l’unica a poter agire efficacemente – la situazione è destinata a peggiorare. E di molto.

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