sabato 29 ottobre 2011

Il pomo della discordia

















Ebbene sì, ci risiamo. L’Euro – ancora una volta – è il pomo della discordia, bistrattato e insultato da alcuni, fermamente difeso e sostenuto da altri. E questo non solo in Italia, ma anche in diversi paesi del vecchio continente. 
In Europa, in effetti, sono in tanti quelli che in questi giorni hanno segnalato – non senza ragione – le debolezza di una valuta senza retroterra politico. In altri termini, l’euro oggi traballa anche perché è un oggetto valutario senza identità politica, mentre storicamente le monete sono state sempre ancorate ad un soggetto politicamente coerente. Ma questa non è una novità: se ne è discusso infinite volte e anche osservatori genuinamente europeisti non hanno mancato di segnalare questa anomalia, suggerendo i passi da compiere per eliminarla (vedi l’intervista ad Enrico Letta).
Ma l'Euro turba i sonni anche ai paesi che non l’hanno adottato. A seguito della recente decisione di rafforzare la governance europea formalizzando gli incontri dei leader di Eurolandia, i 10 paesi dell’Ue al di fuori dell’area-euro temono che questa nuova “Europa a due velocità” possa in qualche modo danneggiarli. Anche se, infatti, la maggior parte delle politiche rimarranno di competenza dell’Unione a 27, paesi come, ad esempio, Gran Bretagna e Svezia tremano all’idea che le decisioni prese dal circolo ristretto dei 17 possano comunque riguardarli, indirettamente, su materie sensibili come settore bancario, allocazione delle risorse e budget dell’Unione (lo spiega bene un interessante articolo su BBC  News).
E in Italia? Ci pensa Silvio Berlusconi a riscaldare il dibattito con un attacco all’Euro che tradisce il suo bisogno – hic et nunc – di fare dell’Ue il capro espiatorio di misure impopolari. E per compiacere l’euroscettica Lega, partner sempre più bizzoso. Allora nel Bel Paese sta al Presidente Giorgio Napolitano riaffermare la centralità della moneta unica, rispetto alla quale – come ha più volte sottolineato – ogni altra opzione sarebbe a dir poco drammatica.  

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