lunedì 24 ottobre 2011

Mr Euro























Tra ultimatum (molto economici e non poco politici) all’Italia e auspici per una rapida uscita dalla crisi, il Consiglio europeo svoltosi ieri a Bruxelles ha prodotto una novità importante: è nata, infatti, una nuova figura, quella del Presidente dell’Eurogruppo, ossia del consesso informale che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze dei 17 paesi della zona euro.
Basta andare a leggere le Conclusioni del Consiglio Europeo e la figura di “Mr Euro” – questa l’espressione (molto scenografica e poco tecnica) coniata dai media – appare più che mai chiara. Il «Presidente dell’Euro Summit – si legge nel comunicato – sarà designato dai Capi di Stato e di Governo dell’area Euro, contemporaneamente all’elezione del Presidente del Consiglio europeo e per la stessa durata del mandato». Per il momento (le elezioni sono previste per il 2012) ad assumere la carica sarà l’attuale presidente del Consiglio europeo, ossia il belga Herman Van Rompuy.
L’obiettivo di questa decisione? Quello di affrontare la crisi anche e soprattutto in termini di governance economica, procedendo verso una maggiore integrazione tra i paesi che condividono la moneta unica. L’intenzione è quella – si legge ancora nel testo – di rafforzare l’integrazione economica e sviluppare la disciplina fiscale.
Come la prenderanno gli altri dieci Stati dell’Ue? Di certo lo scatto in avanti di Eurolandia si tradurrà per loro in una perdita di influenza, configurando un’Europa a due velocità. Ma il Consiglio, su questo aspetto, è rassicurante: «il Presidente dell’Euro Summit informerà dettagliatamente i paesi extra area-euro sulla preparazione e sulle decisioni dei summit».
La decisione di oggi, inoltre, prelude ad imminenti modifiche («condivise dai 27», si affretta a dire il Consiglio) dei Trattati istitutivi, già invocate giorni fa dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel. Ora resta da vedere se la nuova figura sarà veramente in grado di coordinare i paesi dell’Eurozona, portando ad un inevitabile (e auspicabile) approfondimento dell’unione. E se avranno o meno colto nel segno coloro che proprio nella crisi avevano visto l’opportunità per una maggiore integrazione. 

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