lunedì 31 dicembre 2012

2012. Pictures.

Ebbene sì, lo ammetto! Non ho resistito a creare il mio personalissimo (e parzialissimo) blobbone fotografico del 2012. E così ho scelto alcune immagini - selezionate con cura e sulla scorta delle emozioni - di alcuni dei fatti che più mi hanno colpito nei mesi scorsi. 

Molti li ho raccontati in queste pagine, altri avrei voluto farlo.

Nella speranza che l’anno che viene regali a questo nostro pianeta qualche soddisfazione in più!


Re-election night: Obama alla guida degli USA. Four more years. 

    L'anti-Obama


     Escalation di violenza in Siria. Il governo di Bashar al-Assad attua una durissima repressione per recuperare i territori  controllati dai ribelli. L'opposizione e la comunità internazionale accusano le forze governative di crimini contro l'umanità. 
   
Il parcheggio allagato dei Taxi di Hoboken, New Jersey (USA), dopo il passaggio dell'uragano Sandy (ottobre)

    L'Euro e l'Europa navigano in acque tempestose. Dilagano le proteste, in particolare in Grecia.

    Europa a due velocità, sì o no?
    La Corte dell'Euro

Una delle foto simbolo del violento terremoto in Emilia Romagna (maggio)


   In Egitto Mohamed Morsi diventa capo di Stato nelle prime elezioni democratiche del paese (maggio)

Usain Bolt, Yohan Blake, Warren Weir: il podio dei 200 metri alle Olimpiadi di Londra è tutto giamaicano (agosto)
Il naufragio della Costa Concordia (Gennaio) 
    Keep calm 

mercoledì 26 dicembre 2012

Chi sale e chi scende



Mentre Mario Monti tweetta della sua salita in politica, pare che Silvio Berlusconi voglia arruolare tra i suoi Gennaro Gattuso.

mercoledì 19 dicembre 2012

Dati in pasto

Mentre Facebook e Instagram fanno tremare le vene ai polsi di milioni di utenti con le loro Privacy Policy a dir poco garibaldine, mi è (ri)venuta in mente questa recente pubblicità progresso belga.

sabato 15 dicembre 2012

Smokin' Guns




“Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, non si potrà violare il diritto dei cittadini di possedere e portare armi”.
- II emendamento, The Bill of Rights
(ratificato dal Congresso degli Usa nel 1791)

Così recita l’emendamento che sa di frontiera e di pionieri, di coloni e di neonata nazione che, in crescita costante ma ancora fragile, vuole difendersi. Che parla della corsa all'ovest, di avventure e di polvere da sparo. Emendamento che oggi, 2012, quasi 2013, è ancora sacro vessillo di libertà (!) per le aree più conservatrici e retrive degli Stati Uniti.
Perché, in fondo, tutto cambia e nulla cambia. Anche nel paese per antonomasia più mutevole e più contraddittorio.
E poi c’è la NRA, National Rifle Association, potentissima lobby delle armi, tenace barriera ad ogni tentativo di legiferazione contraria ai suoi interessi. 

E così ci ritroviamo – once again – a piangere vittime su vittime. Che le lacrime di Obama lo spingano ad affrontare questa annosissima questione. Se è riuscito a vincere i forti interessi delle assicurazioni nella sanità, potrà forse far sì che gli Usa non siano più un grottesco, tragico e violento far west.

giovedì 13 dicembre 2012

Una gaffe da Nobel


La settimana scorsa l’Unione europea ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Si può essere più  o meno d’accordo (sì, l’Europa unita ha portato la pace in un continente per secoli segnato dai conflitti. No, l’Europa nel corso della attuale crisi economica non sta dimostrando la solidarietà che dice di promuovere), ma non è di questo che voglio parlare.
Quello che mi ha colpita è stata la gaffe diplomatico-politico-istituzionale che si è consumata in occasione della realizzazione del video ufficiale preparato per le celebrazioni, nella cui prima versione l’Italia era completamente bypassata, non figurando in nessun modo. Grave, gravissimo. E non solo perché il nostro paese è stato – insieme a Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo – tra i fondatori del processo di integrazione europea. Ma anche perché fondamentale è stato il suo contributo, in termini di intellettuali e di politici, al cammino europeo. Basti pensare, solo per fare i nomi più noti, ad Alcide De Gasperi e ad Altiero Spinelli. Sarà la conseguenza del ventennio berlusconiano, deleterio per l’immagine italiana in Europa o dell’intiepidirsi dell’europeismo degli italiani? Come che sia, bene hanno fatto i nostri rappresentanti a richiedere di correggere il tiro, sia pure in extremis. 

lunedì 10 dicembre 2012

Per rinfrescarci la memoria


Ieri sera Berlusconi – dopo la riunione con i vertici del Pdl – è andato a cena con quelle che pare oggi siano le sue fedelissime, nonché nuove consigliere politiche. Ecco chi sono: Francesca Pascale, nel 2009 eletta nel consiglio provinciale di Napoli con oltre 7 mila preferenze, dimessasi a giugno. E Maria Rosaria Rossi, deputata Pdl.

Ecco dei video. Per capire nelle mani di chi non finiremo. 
Non finiremo, già, perché non vedo chi possa dare il proprio consenso e il proprio voto a questo schifo.

giovedì 6 dicembre 2012

(s)parlando


Crosetto contro Berlusconi. Renzi contro Bersani. Renzi fa pace con Bersani. Santanché contro Berlusconi . Santanché fa pace con Berlusconi. Fini contro Berlusconi. Grillo contro tutti. Tutti contro Grillo. Mentre i nostri politici (s)parlano tra di loro, in America Obama parla agli elettori. Guardate qua.

Incredulità



C’è un rapporto di proporzionalità diretta tra le voci insistenti di una ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi e la mia incredulità: il 9 novembre del 2011 scrivevo questo post, nella convinzione di stare a parlare di un capitolo oramai chiuso. Definitivamente chiuso.
Descrivevo un uomo quasi sfigurato da scandali ed errori ripetuti e degradanti.

Pare impossibile che, ancora oggi, quello che quest’uomo dice e decide sia tuttora in grado di incidere in qualche modo nella vita politica del paese.


Se c’è stata una costante nell’atteggiamento di Silvio Berlusconi al potere, ebbene, questa è stata la cura dell’immagine. Un’ossessione che ha attraversato questi (quasi) 20 anni con il preciso scopo di  rimandare – chiara e diretta – un’immagine, appunto, spesso rassicurante, il più delle volte imbonitrice, comunque sorridente. A volte beffarda, ad ostentare una sicurezza che non sempre c’era. Ma – si sa – a contare è quello “che si vede”: la merce si compra per ciò che appare e l’elettore acquirente – questo il Berlusconi-pensiero – deve essere conquistato proprio dall’apparenza.

Allora ecco gli spot patinati (celebre rimane la “calza” che si è detto aver avvolto le telecamere che riprendevano l’allora fondatore di Forza Italia), i (dispendiosi) libri inviati “nelle case degli Italiani”, gli artefatti servizi sui giornali di famiglia. Magia della pubblicità e tattica da marketing che si fondono, in una strategia che lascia molto poco al caso. Una strategia inseguita a tutti i costi, fino a produrre l’immagine grottesca degli ultimi tempi, sempre più artificiale e sempre meno credibile in una patetica quanto illusoria fuga dalla vecchiaia.

Ma tra telecamere velate, trucchi di scena e cambi d’abito – un po’ come se tutto fosse, in fondo, una grande giostra o una commedia dell’arte – gli anni sono passati e, come sempre avviene, il trucco si rovina con il tempo, rivelando impietosamente tutte le debolezze che fino ad un minuto prima nascondeva. Ecco che allora oggi, a parlare più di ogni altra dichiarazione, è quel volto, cupo, quasi trasfigurato, che per la prima volta disubbidisce alla ferrea disciplina del sorridere. Non c’è più spazio per il sorriso, anche se forzato. Non è più il momento di studiare l’immagine migliore da offrire. 

Non è più tempo di mescolare estetica e potere. 

lunedì 3 dicembre 2012

Le primarie, la birra, la destra e la sinistra. E soprattutto, Gaber





In questo freddo pomeriggio post primarie, ore 17, evasi gli impegni di lavoro, sbircio su fb. Tra i mille post politici, sospesi tra il serio ed il faceto, uno – sulla pagina di Repubblica – cattura la mia attenzione. C’è la foto del neo-candidato a premier Pierluigi Bersani che spilla una birra, fotogramma di una serata di festeggiamenti. E c’è una frase, che indagatoria chiede: “La birra è di sinistra. Siete d'accordo?”.

La mente allora corre – e non può non farlo – a quel genio che era ed è Giorgio Gaber, ineguagliato per estro e intelligentissima ironia. Lo ascoltavano a casa, e a me incuriosiva molto. “Cos’è la destra, cos’è la sinistra?”, cantava, sciorinando poi una serie di luoghi comuni duri a morire nel bel paese. “Fare il bagno nella vasca
 è di destra, 
far la doccia invece 
è di sinistra”, mentre “se la cioccolata svizzera 
è di destra, 
la Nutella è ancora di sinistra”...

Divertiti (alcuni irritati) i commenti al post di Repubblica: Paolo scrive “la birra è di sinistra, lo champagne di destra e il Vin santo di centro”, mentre Vanni chiosa: “La birra è di sinistra, il PD no!!!”

Per dirla con Gaber “è evidente che la gente 
è poco seria
 quando parla di sinistra o destra”. La banalità di queste categorizzazioni, a quanto pare, non passa di moda. E, ancora oggi, ne stiamo a discutere.

“Tutti noi ce la prendiamo 
con la storia
 ma io dico che la colpa 
è nostra”, concludeva il signor G. Proprio vero