mercoledì 16 luglio 2014

Il volto esterno dell'Ue

Il ministro degli esteri italiano Federica Mogherini, tra i nomi in lizza per la carica di Alto Rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza


















Mogherini sì, Mogherini no. Mentre in Europa e in Italia si dibatte sul nome del futuro Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, guardiamo più da vicino la carica, le sue caratteristiche, la sua storia e i suoi poteri. 
Origini
Anzitutto questa figura nasce nel 2009 con il Trattato di Lisbona. L'obiettivo è quello di individuare un soggetto unico in grado di guidare la politica esterna dell’Unione europea. In precedenza, infatti, le attribuzioni dell’Alto rappresentante competevano a due personalità distinte in seno all’Ue: il cosiddetto Mr PESC (prima del 2009, infatti, l'Unione era divisa nei cosiddetti tre pilastri, uno dei quali era proprio quello esterno in materia di politica estera e sicurezza) e il commissario responsabile delle relazioni esterne.
Il trattato di Lisbona unifica le funzioni e riunisce in un’unica persona le competenze relative alla politica estera e di sicurezza comune. In questo modo - si pensava - l’azione esterna dell’UE avrebbe guadagnato coerenza, efficacia e visibilità.
Comunque l’Alto rappresentante dell’Unione non è l’unico ad avere il compito di rappresentare l’UE all’esterno. Il trattato di Lisbona, infatti, assegna anche al presidente del Consiglio europeo il compito di rappresentare al suo livello l’UE all’esterno, senza nulla togliere alle attribuzioni dell’alto rappresentante. Il testo però non precisa come il lavoro vada suddiviso tra queste due personalità e lascia quindi alla prassi il compito di decidere sui due ruoli.
Poteri
L’alto rappresentante partecipa attivamente alla politica estera e di sicurezza comune dell’Unione, innanzitutto contribuendo alla sua elaborazione con proposte che presenta al Consiglio e al Consiglio europeo e assicura l’attuazione delle decisioni adottate in quanto mandatario del Consiglio.
L’alto rappresentante ha inoltre una funzione di rappresentanza. Conduce il dialogo politico con i paesi terzi ed esprime la posizione dell’Unione nelle organizzazioni internazionali.
Dal momento che, come detto, prende il posto di MrPESC e del commissario per le relazioni esterne, l’Alto rappresentante ha ereditato le loro rispettive attribuzioni: in seno al Consiglio deve assicurare la coerenza e la continuità dei lavori nell’ambito della politica estera dell’UE e dunque presiede il consiglio "affari esteri" (la formazione, cioè, che riunisce i ministri degli esteri dei 28 paesi membri dell'Unione); in Commissione è incaricato delle responsabilità che incombono a tale istituzione nel settore delle relazioni esterne. Deve altresì vigilare sul coordinamento della politica estera con le altre politiche e gli altri servizi della Commissione.
Inoltre, partecipa ai lavori del Consiglio europeo, ossia dell'isituzione che riunisce i capi di stato e di governo dei paesi membri.
Nomina
L’alto rappresentante è designato dal Consiglio europeo che delibera a maggioranza qualificata e con l’accordo del presidente della Commissione. Il Consiglio europeo può porre fine al mandato secondo la medesima procedura.
Data l’importanza della sua funzione, l’Alto rappresentante è anche uno dei vicepresidenti della Commissione. Conseguentemente, egli è sottoposto al voto di approvazione del Parlamento europeo così come il presidente e gli altri membri della Commissione. Il trattato sull’UE precisa che nel caso di mozione di censura votata dal Parlamento nei confronti della Commissione, l’alto rappresentante deve abbandonare le funzioni che esercita in seno alla Commissione, mentre può mantenere le responsabilità che detiene in seno al Consiglio fino alla formazione della nuova Commissione.
Servizio Europeo per l'azione esterna
Nell’esercizio delle sue funzioni l’alto rappresentante si avvale del Servizio europeo per l’azione esterna, che trova la sua base giuridica nell’articolo 27, paragrafo 3 del trattato sull’UE. Il funzionamento e l’organizzazione sono stabiliti da una decisione del Consiglio che delibera su una proposta dell’alto rappresentante. Il servizio lavora in collaborazione con i servizi diplomatici degli Stati membri ed è composto da funzionari dei servizi competenti del segretariato generale del Consiglio e della Com­missione e da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali.
In queste ore, dunque, va in scena il tira e molla tra paesi sul nome del prossimo Alto rappresentante, che prende il posto di Lady Cathrin Ashton, per una carica che potrebbe molto più di quello che i paesi gli consentono di fare. La politica estera e di sicurezza comune è soggetta a norme e procedure specifiche ed è definita e attuata dal Consiglio europeo e dal Consiglio che deliberano all'unanimità (la consacrazione, cioè, del metodo intergovernativo), salvo nei casi in cui i trattati dispongano diversamente.
Vedremo se, anche in questo campo, come molti promettono ci sarà una (sperata) inversione di tendenza.  

lunedì 14 luglio 2014

La Presa della Bastiglia e la (ri)presa delle polemiche


14 luglio, Presa della Bastiglia. Ossia di quella fortezza parigina, costruita alla fine del '300, che fin dall’epoca di Luigi XI serviva come prigione e luogo di tortura e che al tempo di Luigi XIII divenne prigione di Stato. 
Fino a quel 14 luglio - appunto - del 1789, quando fu presa d’assalto e incendiata dal popolo parigino: in piena rivoluzione, la Bastiglia divenne facile obiettivo, in quanto luogo simbolico e segno manifesto dell'assolutismo dispotico che si voleva, una volta per tutte, debellare. Due giorni dopo l’Assemblea nazionale ne deliberò la demolizione, che segnò il crollo definitivo dell’ancien régime. 
Il 14 luglio è, dal 1880, la festa nazionale della repubblica francese. 
Quest'anno le celebrazioni Parigine si caricano, però, di un ulteriore significato: quello della commemorazione dei 100 anni dall'inizio della prima guerra mondiale. È per questo che gli eserciti di numerosissimi paesi parteciperanno alla cerimonia. 
Ma non mancano le polemiche: come riporta il corrispondente di Al Jazeera, membri dell'estrema destra francese (Front National) avrebbero chiesto l'esclusione dell'Algeria dalla parata ufficiale del 14 luglio. Perché - dicono - far marciare sugli Champs-Elysées i soldati algerini a solo poco più di 50 anni dal sanguniso conflitto che ha portato all'indipendenza del paese nord africano dalla Francia? 
Secca la risposta del governo francese: 20 mila algerini sono morti sul suolo francese difendendo Parigi: dobbiamo riconoscere questo loro sacrificio e dobbiamo loro rispetto.  

venerdì 11 luglio 2014

È lo sport, bellezza!



A due giorni dalla finale della World Cup 2014, in piena frenesia sportiva, l'ultima adv televisiva di Apple appare più appropriata che mai.
Sportivi e non, in questi giorni è facile sentire la fascinazione dello sport. Per quella attività che - nel suo aspetto sociale e ricreativo - mette insieme, in modo trasversale ed eterogeneo, appassionati di tutti i popoli e di tutte le religioni, ma anche di tutte le età ed estrazioni sociali.
Ma poi c'è lo sport di tutti giorni. Quello che non è solo dei campioni. Quello che non è illuminato dalle luci dei riflettori, né premiato da compensi stellari.
Quello di tutti noi. La corsa al parco sotto casa, la lezione in palestra o la bicicletta come stile di vita.
Quello dei piccoli grandi record, che possono regalarci emozioni inaspettate.
Perché è proprio nell'attività sportiva che impariamo a conoscerci meglio, a gestire il nostro corpo, ma anche e soprattutto la nostra mente.
Lo sport ci insegna a sperimentare i nostri personalissimi limiti.
Per magari scoprire che poi, in fondo, sono meno di quanto pensassimo.

mercoledì 9 luglio 2014

Recreational Marijuana



Oggi l'homepage del New York Times ha attirato la mia attenzione con questa notizia in primo piano: "Sales of Recreational Marijuana Begin in Washington State"
Eccone un estratto.
Possedere marijuana in piccole quantità e consumarla privatamente era legale - in quel dello Stato americano di Washington - da quasi due anni. Da quando, cioè, gli elettori avevano approvato l'Initiative No. 502 del 2012 (nota anche come "Marijuana Reform"). Non era, però, legale venderla per scopi ricreativi. 
Lo è diventato ieri, martedì 8 luglio. 

Le licenze di vendita al dettaglio erano state emesse lunedì, ma c'è stato bisogno di un periodo di quarantena di 24 ore per le ispezioni last-minute. 

La marijuana nonlicensed (che rimane illegale) e la marijuana medica (che è ancora ampiamente disponibile) sono molto più convenienti rispetto alla marijuana acquistabile nei negozi al dettaglio, su cui gravano non solo le alte tasse statali - il 25 per cento su ogni acquisto -, ma anche le telecamere di sicurezza. 

L'esperimento di rivendita - legale e con tanto di licenza - nello stato di Washington, è iniziato timidamente in una manciata di posti in tutto lo stato, con forniture limitate, perché i coltivatori autorizzati non hanno avuto il tempo di commercializzare colture complete, adeguatamente certificate con la dicitura "Washington-grown". Ma nei luoghi delle vendite non è mancato l'entusiasmo". 

giovedì 3 luglio 2014

"What if..."



"Imagine how great America would have been if Great Britain had won the Revolutionary War. And imagine how much beer Newcastle would've sold".
Questo lo slogan della pubblicità della birra Newcastle Brown Ale. 
Che - in attesa dell'Independence Day, giorno in cui gli americani celebrano la dichiarazione di indipendenza dalla madrepatria inglese - immagina come sarebbe stata oggi l'America se allora avessero vinto gli inglesi. 
Enjoy!

mercoledì 2 luglio 2014

Oggi, nel 1964

2 luglio 1964. Il Presidente americano Lyndon Johnson firma il Civil Rights Act che, insieme al Voting Rights Bill dell'anno successivo, rappresenta la più grande conquista in termini di uguaglianza tra bianchi e neri mai raggiunta fin dai tempi della rivoluzione.
Finalmente i diritti civili venivano garantiti anche ai neri. Venivano de-segregati i servizi pubblici, la scuola.
Dalla abolizione della schiavitù, datata 1863, dovette passare un secolo fatto di discriminazioni e segregazione prima che la popolazione di colore potesse ottenere una reale emancipazione.
C'erano voluti decenni di lotte, di marce e di sogni (è dell'estate del 1963 il discorso di Martin Luther King "I have a dream") perché quanto c'è di più naturale - e cioè l'uguaglianza - venisse riconosciuta e tutelata dalla legge americana.