giovedì 29 maggio 2014

(Nuovi) seggi e (vecchie) ideologie



"I partiti, che per le loro finalità o per il comportamento dei loro aderenti si prefiggono di danneggiare od eliminare l'ordinamento fondamentale democratico e liberale o di minacciare l'esistenza della Repubblica Federale Tedesca, sono incostituzionali. Sulla questione d'incostituzionalità decide il Tribunale Costituzionale Federale".

Recita così l'articolo 21 (comma secondo) della Grundgesetz, la Costituzione tedesca. 
E proprio questa richiesta è stata più volte presentata con riferimento al partito neonazista NPD (National Demokratische Partei) , che nel frattempo ha ottenuto alle elezioni europee del 25 maggio un seggio al Parlamento di Strasburgo. 
Si tratta della prima volta dalla seconda guerra mondiale che l'estrema destra tedesca ottiene rappresentanza all'Europarlamento.


Ad occupare lo scranno sarà Udo Voigt, che vedete ritratto nella foto accanto. Tratta dal suo materiale elettorale risalente ad una competizione del 2011, l'immagine fa riferimento al concetto di "dare il gas", che - per un partito neonazi - suggerisce orripilanti associazioni (la vicenda la trovate spiegata più nel dettaglio sul Telegraph).

Ma torniamo alla questione della costituzionalità dei partiti. Nel passato, due le richieste avanzate sulla base dell'articolo 21 e accettate dalla Corte costituzionale: quella - nel 1953 - relativa al partito neonazi "Sozialistische Reichspartei" e l'altra, tre anni dopo, riferita al partito comunista KPD. 

Risale invece alla fine del 2013 l'ultima richiesta, in ordine di tempo, rivolta al tribunale di costituzionalità di dichiarare illegittimo e dunque vietare il partito neo-nazista Npd. 
A presentarla sono stati sedici lander tedeschi, attraverso il Bundesrat, la camera del parlamento che li rappresenta. Il caso è tornato all'ordine del giorno dopo il grave fatto di cronaca avvenuto nel 2011 e che coinvolgeva la cellula nazionalsocialista Nsu, vera e propria organizzazione criminale di estrema destra accusata di avere ucciso 10 persone, la maggior parte di origini turche, tra il 2000 e il 2006 (il video della BBC in basso parla proprio di questo) . La cellula ha agito indisturbata anche grazie alla complicità corrotta di alcuni membri del servizio di Protezione della Costituzione, un reparto di intelligence interna. Dall'inchiesta sono emersi, inoltre, collegamenti tra la cellula Nsu e il partito NPD, conoscenze personali tra i rispettivi leader, trasferimenti di denaro e altro ancora. 

Proprio su questi legami tra mente politica e braccio armato dovrebbero concentrarsi le valutazioni atte a dichiarare l'illegittimità del NPD. Il solo essere antidemocratica, xenofoba ed antisemita, infatti, non è sufficiente perché il tribunale di costituzionalità proibisca l'esistenza della formazione politica. A tutela di ciò c'è la libertà di opinione. Quello che va dimostrato è il sussistere di un concreto rischio di sovversione del sistema democratico 

Vedremo come finirà. Ma di certo è impressionante che oggi nel cuore politico ed istituzionale dell'Europa sieda chi rappresenta una ideologia ed un modo di concepire la società e la politica che tanto male ha fatto alla storia del Vecchio Continente. 


venerdì 23 maggio 2014

Elezioni europee: istruzioni per l'uso





Il 25 maggio urne aperte, in Italia, per eleggere i 73 deputati spettanti al nostro paese dei 751 membri totali del Parlamento europeo. Una scelta importante, se pensiamo che chi ci rappresenta a Strasburgo avrà il compito di legiferare per i prossimi cinque anni. Le operazioni di voto nel nostro paese si terranno dalle 7.00 alle 23.00 (e, attenzione, i seggi saranno chiusi il lunedì). Il territorio nazionale è diviso in cinque circoscrizioni elettorali: nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole. L'elettore dovrà presentarsi al seggio dove, munito di tessera elettorale e documento d'identità valido, riceverà la scheda elettorale.
Il voto si esprime tracciando un segno sul simbolo della lista prescelta (una ed una sola, ça va sans dire). A fianco del simbolo è possibile indicare fino ad un massimo di tre preferenze, scrivendo il nome e il cognome, o solo il cognome dei candidati di quella lista. Se si decide di esprimere tutte e tre le preferenze, queste dovranno riguardare candidati di sesso opposto, pena l'annullamento della terza preferenza (ecco la legge che ha introdotto modifiche al fine di rafforzare la rappresentanza di genere: qui). Le modalità di elezione del Parlamento europeo sono disciplinate autonomamente da ciascuno Stato membro sulla base di alcuni principi comuni stabiliti dall'Unione europea. In Italia il sistema elettorale è proporzionale ed i seggi sono assegnati nel collegio unico nazionale, alle liste concorrenti presentate nell’ambito delle cinque circoscrizioni. Sono ammesse all’assegnazione dei seggi le liste che hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 4% dei voti validi espressi. I seggi sono attribuiti proporzionalmente ai voti conseguiti in ambito nazionale con il sistema dei quozienti interi e dei maggiori resti. I seggi conseguiti da ciascuna lista sono quindi riassegnati alle circoscrizioni in proporzione ai voti ottenuti in ciascuna di esse. Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione, sono proclamati eletti i candidati con il maggior numero di voti di preferenza.



giovedì 22 maggio 2014

Europee retrò: gli spot di una volta

 Spot del Partito comunista italiano in occasione delle elezioni europee del 1984 Spot del Partito socialista italiano in occasione delle Europee del 1989 Spot di Forza Italia in occasione delle Europee del 1999

Lo Spot della Lega Nord in occasione delle Europee del 1999 I video sono tratti dall'Archivio degli Spot Politici.

lunedì 19 maggio 2014

Parlamento europeo chi?


© European Union 2014 - European Parliament


Il 25 maggio urne aperte, in Italia, per eleggere i 73 deputati spettanti al nostro paese dei 751 membri totali del Parlamento europeo. Una scelta importante se pensiamo che chi ci rappresenta a Strasburgo avrà il compito di legiferare per i prossimi cinque anni. Ma sappiamo veramente cos'è e di cosa si occupa il Parlamento europeo? Molte cose sono cambiate dalla nascita, nel 1952, dell’assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell'acciaio o, nel 1958, dell'assemblea parlamentare della Comunità economica europea, concepita, allora come organo (solo) consultivo. Oggi l'Europarlamento è profondamente mutato dalla sua forma originaria, rappresenta un organo centrale dell’attività politica europea e svolge importantissime funzioni. Anzitutto quella legislativa: il Parlamento - insieme al Consiglio dell’Ue - discute e approva gli atti legislativi europei. Le due istituzioni, infatti, sono in piano di quasi perfetta parità nell'ambito della cosiddetta "procedura legislativa ordinaria".
Sempre più numerosi, nel corso del tempo (e soprattutto grazie al Trattato di Lisbona approvato nel 2009), i settori di competenza dell'Europarlamento, dal mercato unico alla giustizia, passando per l'immigrazione, la tutela dei consumatori, i trasporti, la ricerca, nonché l'ambiente e l'energia. Ma l'emiciclo di Strasburgo svolge anche una rilevante funzione di controllo politico sull’operato delle altre istituzioni dell’Unione, Commissione e Consiglio: i deputati possono chiedere a singoli commissari europei di riferire in aula su questioni ritenute rilevanti, nonché istituire speciali Commissioni di inchiesta e chiedere ì al Consiglio di  rispondere a specifiche interrogazioni. Altro potere - anch'esso condiviso con il Consiglio dell'Ue - è l’approvazione del bilancio annuale dell'Unione, ossia l'individuazione e la modifica di capitoli di spesa, che in alcuni casi, producono significative ripercussioni all’interno degli Stati membri (si pensi, ad esempio, ai cosiddetti fondi strutturali, destinati a promuovere lo sviluppo delle regioni europee).
Importante anche il "volto esterno" del Parlamento europeo, che - nel contesto internazionale - partecipa alla politica estera dell’Unione. Il suo assenso è oggi determinate per la conclusione di importanti accordi internazionali e per l’adesione di nuovi Stati. Più in generale, è un'istituzione che da sempre opera a favore dei diritti e delle libertà democratiche fondamentali (si pensi, ma è solo un esempio, al premio Sacharov per la libertà di pensiero, assegnato ogni anno al fine di rendere omaggio a personalità o organizzazioni che si distinguono su questo campo).
Last but not least, le elezioni di domenica prossima segnano un altro traguardo nella storia del Parlamento europeo, e - più in generale - in quella della democrazia del vecchio continente. Per la prima volta, i cittadini chiamati alle urne con il loro voto orienteranno la scelta del Presidente della Commissione europea, l’esecutivo di Bruxelles. A differenza del passato, il Consiglio europeo, nel nominare questa figura, infatti, terrà conto dei risultati elettorali. Insomma, un'occasione da non perdere per esercitare il diritto di voto e per fare la differenza.

lunedì 12 maggio 2014

Di Europa si deve parlare/4



No perché l'Europa è anche un immenso bacino di culture, molto più mescolate di quanto si possa pensare. Gestire insieme questa ricchezza è una delle migliori cose che possano essere fatte.
La Rai ha colto il punto, nella sua serie di spot in vista delle elezioni europee del 25 maggio.

Guarda gli altri video:

Di Europa si deve parlare
Di Europa si deve parlare/2
Di Europa si deve parlare/3


venerdì 9 maggio 2014

La dichiarazione di pace



La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.

Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent'anni antesignana di un'Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta : abbiamo avuto la guerra.
L'Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.
A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo.
Il governo francese propone di mettere l'insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.
La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.
La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà si che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.
Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l'Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.
Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace.Per giungere alla realizzazione degli obiettivi cosi' definiti, il governo francese è pronto ad iniziare dei negoziati sulle basi seguenti.
Il compito affidato alla comune Alta Autorità sarà di assicurare entro i termini più brevi: l'ammodernamento della produzione e il miglioramento della sua qualità: la fornitura, a condizioni uguali, del carbone e dell'acciaio sul mercato francese e sul mercato tedesco nonché su quelli dei paese aderenti: lo sviluppo dell'esportazione comune verso gli altri paesi; l'uguagliamento verso l'alto delle condizioni di vita della manodopera di queste industrie.
Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto dissimili in cui attualmente si trovano le produzioni dei paesi aderenti, occorrerà mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportano l'applicazione di un piano di produzione e di investimento, l'istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che faciliti la razionalizzazione della produzione. La circolazione del carbone e dell'acciaio tra i paesi aderenti sarà immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non potrà essere colpita da tariffe di trasporto differenziali. Ne risulteranno gradualmente le condizioni che assicureranno automaticamente la ripartizione più razionale della produzione al più alto livello di produttività.
Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l'organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l'espansione della produzione.
I principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d'applicazione si svolgeranno con l'assistenza di un arbitro designato di comune accordo : costui sarà incaricato di verificare che gli accordi siano conformi ai principi e, in caso di contrasto irriducibile, fisserà la soluzione che sarà adottata.
L'Alta Autorità comune, incaricata del funzionamento dell'intero regime, sarà composta di personalità indipendenti designate su base paritaria dai governi; un presidente sarà scelto di comune accordo dai governi; le sue decisioni saranno esecutive in Francia, Germania e negli altri paesi aderenti. Disposizioni appropriate assicureranno i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell'Alta Autorità.
Un rappresentante delle Nazioni Unite presso detta autorità sarà incaricato di preparare due volte l'anno una relazione pubblica per l'ONU, nelle quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici.
L'istituzione dell'Alta Autorità non pregiudica in nulla il regime di proprietà delle imprese. Nell'esercizio del suo compito, l'Alta Autorità comune terrà conto dei poteri conferiti all'autorità internazionale della Ruhr e degli obblighi di qualsiasi natura imposti alla Germania, finché tali obblighi sussisteranno.

La Festa dell'Europa & Chi più ne ha più ne metta: 
2012: Il compleanno amaro dell'Europa, intervista a Gianfranco Pasquino 
2013: Diritto d'Europa. Intervista a Stefano Rodotà