lunedì 16 gennaio 2012

Giuliano Ferrara e il Berlusconi redivivo

Giuliano Ferrara

“Ecco che Berlusconi qualcosa potrebbe fare. Non la minaccia di staccare la spina, ma far correre una ventata di energia politica nuova, decisiva, necessaria. Dare un orizzonte alla politica democratica. Parlare, dire la verità. Impegnarsi per un patto di riforma serio del sistema, sollecitarlo, e costruire un orizzonte credibile e responsabile per la ripresa e il rilancio della democrazia offuscata”.
A scrivere è Giuliano Ferrara, nell’editoriale de il Giornale del 15 gennaio. Dopo aver passato in rassegna – in un personalissimo elenco –  le difficoltà di questo inizio 2012 (i partiti – in primis Lega e Italia dei Valori – in crisi; lo spread alle stelle nonostante Monti; il governo dei tecnici, malefica “negazione del voto e, quindi, della politica”), Ferrara si lancia in un deciso quanto goffo, surreale e naïf endorsement di quella figura politica che, provvidenzialmente, potrebbe salvarci da tutte le sventure di questo mondo: niente meno che Silvio Berlusconi.
Ora, si può anche essere stati berlusconiani (nessuno è perfetto), si può anche rimpiangere, con interessata nostalgia, i fasti e i privilegi elargiti un tempo della corte e di cui si è beneficiato. Ma dire che oggi, anno domini 2012, Berlusconi possa portare “una ventata di energia politica nuova” è contrario ad ogni forma di buon senso politico.
La figura retorica dell’ossimoro deve piacere non poco all’amico Ferrara, che – in pochissime righe – ne fa ampio uso. Già perché Berlusconi non fa rima ne con “novità”, né tanto meno con “verità”, per non parlare della dubbia compatibilità con “serio”, “credibile” e “responsabile”.
Non pago, l’intrepido continua: “Berlusconi potrebbe fare del 2013 una scadenza felice, un’opportunità, potrebbe diventare il padre nobile della Repubblica a venire, e un coautore decisivo della salvezza nazionale e di una Europa della quale si possa pensare che non esiste solo per una astratta e punitiva disciplina fiscale”.
Padre nobile della Repubblica? Coautore di salvezza nazionale? Più che un fondo sembra una mal riuscita boutade. Per dare una parvenza logica al discorso, Ferrara ci spiega la ratio (se c’è una ratio) del suo ragionamento: “In poche parole. La destra liberale italiana incarnata per tanti anni dall’anomalo leader Berlusconi potrebbe diventare una destra di governo per il futuro. Grazie a lui stesso, all’anomalo leader che ha compiuto e sancito la parabola della sua anomalia andandosene e lasciando il passo al governo tecnico”.
In altri termini, secondo il giornalista, Berlusconi si sarebbe rifatto una verginità (il doppio senso non era voluto, è venuto così) con le dimissioni, atto purificatore in grado di ridare nuovo smalto al consumato leader, passando magicamente un colpo di spugna su anni di conflitto di interessi, di leggi ad personam, di scandali, di gaffes internazionali, di bugie e di irresponsabilità.

Alle bizzarrie della fantapolitica, a quanto pare, non c’è limite. 





2 commenti:

  1. Bellissimo questa dissezione delle parole di Giulianone. Probabilmente il suo scritto è l'effetto dell'età: si ritorna bambini, o almeno indietro di vent'anni, quando il tono, elogio più elogio meno, era lo stesso.

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