Se c’è una caratteristica
che meglio descrive Mitt Romney – appena uscito vincitore, per soli 8 voti, al
caucus dell’Iowa – è di certo quella di essere il più acceso “anti-Obama” tra
tutti i candidati repubblicani. E – a riprova di ciò – gli exit polls illustrati dalla CNN dimostrano che l’ex
governatore del Massachusetts ha avuto successo tra gli elettori più accesi
proprio nell’intenzione di sconfiggere Obama alle presidenziali del prossimo
Novembre. “Alla richiesta di indicare la qualità più importante del candidato,
il 30% degli elettori ha fatto riferimento all’abilità di sconfiggere l’attuale
presidente. Romney ha conquistato almeno la metà di questi”, spiega Alan Silverleib della CNN.
E
a sentirlo parlare, la conferma non manca. Nel discorso di punta di questa
campagna repubblicana, Romney ha citato nome e cognome dell’attuale Presidente
ben 40 volte e in contesti non del tutto lusinghieri: “Viaggiando per
l’America, ho ascoltato storie della Grande Recessione Obama”, ma “l’America è più grande dei fallimenti di Barack Obama”. “Questa America di disoccupati e di
piccoli sogni non è quella che amiamo: questi anni difficili sono l’eredità di
Obama, ma non sono il futuro”. E la colpa di Obama
è quella di “averci portati sempre più in basso”. “L’attuale presidente ci ha
promesso di trasformare l’America, io voglio invece recuperare i suoi valori
fondanti”. “Invece che creare
uguali opportunità, Obama punta a creare uguali risultati, attraverso una
massiccia crescita dell’intervento pubblico”. E, infine, Romney si concentra
sul bersaglio preferito: l’Obamacare, il programma per l’assistenza sanitaria,
che promette – qualora divenisse Presidente – di smantellare immediatamente.
Ad
un’analisi comparata con gli speech
degli altri candidati, la differenza è più che evidente: Newt Gingrich
pronuncia il nome di Obama 16 volte, Rick Santorum appena 8, Ron Paul, al
minimo sindacale, 1 sola volta. Certo, il successo in politica non passa (solo)
attraverso i numeri di un discorso, ma il profilo di un (vero) candidato non
può basarsi esclusivamente sulla demolizione e la critica dell’avversario: alla
parte destruens, come si suol
dire, deve aggiungersi la parte construens. Alla prossima puntata.
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