domenica 31 agosto 2014

Lady Pesc


Federica Mogherini, nominata dal Consiglio europeo Alto rappresentanze per gli affari esteri e la politica di sicurezza



Fresca di nomina, Federica Mogherini è il nuovo Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. 
Ma cosa significa, esattamente? Guardiamo più da vicino la carica, le sue caratteristiche, la sua storia e i suoi poteri. 

Origini
Anzitutto questa figura nasce nel 2009 con il Trattato di Lisbona. L'obiettivo è quello di individuare un soggetto unico in grado di guidare la politica esterna dell’Unione europea. In precedenza, infatti, le attribuzioni dell’Alto rappresentante competevano a due personalità distinte in seno all’Ue: il cosiddetto Mr PESC (prima del 2009, infatti, l'Unione era divisa nei cosiddetti tre pilastri, uno dei quali era proprio quello esterno in materia di politica estera e sicurezza) e il commissario responsabile delle relazioni esterne.
Il trattato di Lisbona unifica le funzioni e riunisce in un’unica persona le competenze relative alla politica estera e di sicurezza comune. In questo modo - si pensava - l’azione esterna dell’UE avrebbe guadagnato coerenza, efficacia e visibilità.
Comunque l’Alto rappresentante dell’Unione non è l’unico ad avere il compito di rappresentare l’UE all’esterno. Il trattato di Lisbona, infatti, assegna anche al presidente del Consiglio europeo il compito di rappresentare al suo livello l’UE all’esterno, senza nulla togliere alle attribuzioni dell’alto rappresentante. Il testo però non precisa come il lavoro vada suddiviso tra queste due personalità e lascia quindi alla prassi il compito di decidere sui due ruoli.
Poteri
L’alto rappresentante partecipa attivamente alla politica estera e di sicurezza comune dell’Unione, innanzitutto contribuendo alla sua elaborazione con proposte che presenta al Consiglio e al Consiglio europeo e assicura l’attuazione delle decisioni adottate in quanto mandatario del Consiglio.
L’alto rappresentante ha inoltre una funzione di rappresentanza. Conduce il dialogo politico con i paesi terzi ed esprime la posizione dell’Unione nelle organizzazioni internazionali.
Dal momento che, come detto, prende il posto di MrPESC e del commissario per le relazioni esterne, l’Alto rappresentante ha ereditato le loro rispettive attribuzioni: in seno al Consiglio deve assicurare la coerenza e la continuità dei lavori nell’ambito della politica estera dell’UE e dunque presiede il consiglio "affari esteri" (la formazione, cioè, che riunisce i ministri degli esteri dei 28 paesi membri dell'Unione); in Commissione è incaricato delle responsabilità che incombono a tale istituzione nel settore delle relazioni esterne. Deve altresì vigilare sul coordinamento della politica estera con le altre politiche e gli altri servizi della Commissione.
Inoltre, partecipa ai lavori del Consiglio europeo, ossia dell'isituzione che riunisce i capi di stato e di governo dei paesi membri.
Nomina
L’alto rappresentante è designato dal Consiglio europeo che delibera a maggioranza qualificata e con l’accordo del presidente della Commissione. Il Consiglio europeo può porre fine al mandato secondo la medesima procedura.
Data l’importanza della sua funzione, l’Alto rappresentante è anche uno dei vicepresidenti della Commissione. Conseguentemente, egli è sottoposto al voto di approvazione del Parlamento europeo così come il presidente e gli altri membri della Commissione. Il trattato sull’UE precisa che nel caso di mozione di censura votata dal Parlamento nei confronti della Commissione, l’alto rappresentante deve abbandonare le funzioni che esercita in seno alla Commissione, mentre può mantenere le responsabilità che detiene in seno al Consiglio fino alla formazione della nuova Commissione.
Servizio Europeo per l'azione esterna
Nell’esercizio delle sue funzioni l’alto rappresentante si avvale del Servizio europeo per l’azione esterna, che trova la sua base giuridica nell’articolo 27, paragrafo 3 del trattato sull’UE. Il funzionamento e l’organizzazione sono stabiliti da una decisione del Consiglio che delibera su una proposta dell’alto rappresentante. Il servizio lavora in collaborazione con i servizi diplomatici degli Stati membri ed è composto da funzionari dei servizi competenti del segretariato generale del Consiglio e della Com­missione e da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali.
Ieri, 30 agosto, dunque, si è sciolto il faticoso tira e molla tra paesi sul nome del prossimo Alto rappresentante, che prende il posto di Lady Cathrin Ashton, per una carica che potrebbe molto più di quello che i paesi gli consentono di fare. La politica estera e di sicurezza comune è soggetta a norme e procedure specifiche ed è definita e attuata dal Consiglio europeo e dal Consiglio che deliberano all'unanimità (la consacrazione, cioè, del metodo intergovernativo), salvo nei casi in cui i trattati dispongano diversamente.
Vedremo se, anche in questo campo, come molti promettono ci sarà una (sperata) inversione di tendenza.  

giovedì 28 agosto 2014

"We march for"

 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)
Un sogno di eguaglianza e di pace. 
Questo il senso più profondo di "I have a dream", il discorso che è passato alla storia. Lo pronuncia a Washington, il 28 agosto 1963, Martin Luther King, pastore della chiesa battista nera, ben presto leader e catalizzatore del movimento improntato alla non violenza ed alla disobbedienza civile. Già perché dopo un secolo dalla abolizione della schiavitù (voluta dal Presidente Lincoln e costata una guerra) i neri americani sperimentano ancora le violenze e le frustrazioni della segregazione. Nel 1964 il Civil rights Actriconosce i diritti civili ai neri, rendendo illegali le sinora consuete "separazioni" tra neri e bianchi nelle scuole, nei trasporti e nei luoghi pubblici in genere. Un anno dopo è la volta del Voting Right Act che afferma la piena partecipazione dei neri alla politica, sia come elettori che come eletti.
Con due importanti leggi federali, dunque, il movimento per i diritti civili, con tutte le sue anime e tutte le sue modalità di espressione, ottiene un primo grande successo.


Della marcia di Washington, che ad oggi rimane la più grande manifestazione pacifica per i diritti civili mai avvenuta in America, vi propongo queste immagini. Si tratta degli scatti di Leonard Freed (Usa, 1929-2006), che allora lavorava per la Magnum Photos, una delle più grandi case fotografiche del mondo. I suoi scatti sono presenti nelle collezioni del Museum of Modern Art di New York, del Metropolitan Museum of Art di New York e del J. Paul Getty Museum a Los Angeles.

Scatti potenti ed emozionanti, che rendono bene la forza di una giornata catartica e liberatoria per i neri d'America, di una marcia per la libertà che ancora oggi - e purtroppo non solo in america - non è finita. 


28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)



 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)
 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)

 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)

 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)

 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)

 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)
 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)
 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)
 28 agosto 1963 The March on Washington - Estate of Leonard Freed - Magnum Photos (Brigitte Freed)


Leggi il testo del discorso di Martin Luther King.


Non solo in America...:
Scene di ordinario razzismo in ospedale.

martedì 26 agosto 2014

Scozia indipendente: sì o no?

Alistair Darling, a sinistra, leader dello schieramento per il "no"; a destra Alex Salmond, Primo ministro scozzese e leader del fronte del "sì"

Tra 22 giorni gli scozzesi saranno chiamati alle urne per una decisione dalla potenziale portata storica. In gioco niente meno che 300 anni abbondanti di storia condivisa con gli inglesi, a partire da quell'Atto di Unione del 1707 che - proprio dalla fusione di Inghilterra e Scozia - creò il Regno di Gran Bretagna. 
Oggi i temi dell'economia, delle tasse e del welfare, ma anche le questioni energetiche, assieme ad una buona dose di nazionalismo hanno riproposto il tema: indipendenza sì o no? "Should Scotland be an independent country?", questa la formulazione del quesito referendario. 
Sarà meglio per gli scozzesi svincolarsi da Westminster o perseguire lungo la strada dell'Unione? Ieri sera aspro dibattito televisivo tra i due leader contrapposti: da una parte, Alex Salmond, attuale Primo Ministro e leader dello Scottish National Party; dall'altra Alistair Darling, ex cancelliere dello Scacchiere laburista e numero uno dello schieramento "Better Togheter"
E se il "no" è ancora in testa ai sondaggi, nelle ultime settimane i favorevoli all'indipendenza sono aumentati e gli indecisi sono sempre di più. 
Intanto, ecco - tra i tanti - due video della campagna, ciascuno a perorare la propria causa.


Ed ecco un estratto del dibattito televisivo di ieri, trasmesso dalla BBC:

lunedì 4 agosto 2014

Lights Out




"On Monday 4 august, everyone in the Uk is invited to turn their lights out from 10Pm-11PM leaving on a single light or candle to mark the moment the Uk entered the first world war, one hundred years ago". 

È questo l'appello dell'associazione 14-18 Now che ha lanciato l'iniziativa 'Lights Out': luci spente per un'ora, a commemorare i 100 anni dalla prima guerra mondiale. 
Il 4 agosto del 1914, infatti, alle ostilità (cominciate il 28 luglio) si aggiungeva anche la Gran Bretagna, che dichiarava guerra alle Potenze centrali. 


L'iniziativa, appoggiata da Downing Street e da numerosi enti governativi, invita famiglie, privati cittadini e aziende a spegnere le luci e a lasciare una candela (o anche una sola luce accesa) alle 22 in punto e a restare così fino alle 23, quando saranno cento anni esatti da quella notte del 1914 in cui il primo ministro britannico di allora, Herbert Asquith, annunciò l'inizio del conflitto con la Germania.


Verranno spenti i riflettori su Westminster, ma anche sugli uffici di grandi compagnie con sedi a Londra come Barclays nel quartiere finanziario di Canary Wharf e Bloomberg nella City. 

Il progetto prende ispirazione dalle parole del Ministro degli esteri inglese Sir Edward Grey, che nell'agosto del 1914 - presago dello sconvolgimento che la prima guerra totale avrebbe portato a milioni di cittadini ed alla storia d'Europa tutta - diceva: 

“The lamps are going out all over Europe; we shall not see them lit again in our lifetime” 

Le luci si sono spente sull’Europa e la nostra generazione non le vedrà riaccendersi”