domenica 21 dicembre 2014

Follow the fairies - Christmas Adv/3

Sarà "Fly me to the moon" di Julie London a rendere questa pubblicità di Marks&Spencer particolarmente gradevole. Ma il colosso dell'abbigliamento ha azzeccato i toni magici del Natale, senza scomodare Babbo Natale. Voto dieci alle fatine che allontanano i bambini dai marchingegni tecnolgici per farli giocare nella strada innevata.
Continuiamo il nostro viaggio, un po' frivolo un po' sognante, tra le grandi pubblicità natalizie di questo 2014. Tutte anglosassoni, ovvio: in Italia siamo ancora "a Natale puoi". 

Guarda le altre ad 2014:

Il Natale di Sainsbury's - Christmas Adv/2



venerdì 19 dicembre 2014

Salvini e la lega in salsa mediterranea



Apparentemente, niente verde. Al suo posto un ovale blu e una scritta in giallo e bianco, 'Noi con Salvini'. Del simbolo con cui la Lega in salsa mediterranea si presenterà alle regionali del centro-sud del prossimo maggio, colpiscono due cose. La prima è la scomparsa del colore storico del Carroccio, tratto distintivo ed elemento identitario. Quello che ti faceva riconoscere il leghista nei talk show, immancabilmente contraddistinto dall cravatta verde. Il verde rimane confinato al nord: troppo caratterizzato per funzionare al meridione. Anche se - scherza Salvini - mischiando il blu e il giallo viene fuori il verde.
La seconda è la personalizzazione del partito e, con esso, del simbolo: il rampante Matteo, non si sottrae alla tentazione tutta italica di constradistinguere il partito con il nome del leader, tendenza oramai predominante, prevedibile lascito dell'era berlusconiana. Ma questa del simbolo non è che la rappresentazione plastica di una transizione di un partito che Matteo Salvini sta trasformando in tempi da record. Di certo il giovane segretario è riuscito a rianimare una formazione politica quasi scomparsa sotto le ceneri degli scandali. Eppure ancora alcune cose non tornano. Anzitutto non è chiaro in che misura quello che tutti chiamano "l'altro Matteo" sia fenomeno mediatico e fenomeno politico. In altri terimini, sono i media che stanno costruendo il fenomeno politico o è il fenomeno politico che sta attirando l'attenzione dei media?
Sia come sia, la Lega che c'era non c'è più. Ha un ben dire Salvini che il partito da lui guidato "mantiene i suoi caratteri identitari". Ma quando parla (e lo fa spesso, ospite fisso in tutte le trasmissioni) non racconta più di un territorio, di una parte del paese e delle sue esigenze. Ma dà fiato alle trombe del nazionalismo più spinto e dell'antieuropeismo più demagogico. E lo fa in chiave italiana, cercando consensi tanto a Brescia quanto a Napoli. Ed ecco allora la trasformazione della Lega: poco resta di quello che è stato il partito territoriale per eccellenza del panorama politico del Bel Paese; per lungo tempo la sua capacità di radicamento sul territorio ha fatto invidia ad altri soggetti della politica. Nel corso degli anni ’90 la principale mission del “Carroccio prima maniera” era dare voce al tentativo di autonomizzazione delle regioni settentrionali, al contempo canalizzando e cavalcando la contestazione alla politica italiana, il disprezzo montante per i partiti tradizionali e per le altrettanto tradizionali pratiche e consuetudini politiche. Il tutto, condito con una buona dose di intolleranza sociale (principalmente contro immigrati e - allora - meridionali). Riusciva così, la Lega di Bossi, persino ad intercettare la domanda di rappresentanza prima destinata ad altri partiti (basti pensare ai successi ottenuti sull’elettorato di matrice operaia, bacino esclusivo – fino a quel momento – della sinistra).
Di tutto ciò, oggi, resta solo lo spirito antipolitico e demagogico. 
Ma la storia che inzia è un'altra. 

giovedì 18 dicembre 2014

Cuba, sospesa tra passato e futuro

Reuters


Tutti intorno ad un vecchio televisore, in quel dell'Havana, scoppiano in lacrime di gioia e applausi di fronte ad una notizia difficile anche solo da immaginare: il presidente Raul Castro, seguito da Obama, annuncia una nuova era nelle relazioni tra gli Stati Uniti d'America e Cuba. 
Ma per Armando Gutierrez, che gestisce una piccola locanda nella capitale dell'isola, ciò che veramente conta sono i suoi letti. Ne occorrono di migliori e in passato la corsa per accaparrarsene di nuovi è sempre andata a vuoto. Ora il signor Gutierrez spera che la salvezza per la sua attività sia più vicina. "Ci vorrà del tempo, ma siamo strafelici, senza parole", dice dall'altro capo di un telefono che ora intende sostituire con un modello più moderno. 
Per quanto la scelta di Obama possa essere innovativa per gli Usa, gli effetti principali si avranno a Cuba, dove l'isolamento dai vicini States ha modellato non solo l'economia, ma anche le politiche ed il sentimento di identità nazionale. Per decenni spada e scudo in mano ai Castro, l'embargo americano è stato ritenuto responsabile di soffocare lo sviluppo della nazione, privando la popolazione dei beni fondamentali e giustificando gli stretti controlli in tutti gli aspetti della società
Ora il potente rivale assicura espansioni negli spostamenti, nelle esportazioni e nei pagamenti, la più grande rottura dell'embargo da quando fu imposto, 50 anni or sono. Gli esperti dicono che si assisterà all'arrivo di un flusso di denaro nell'isola, potenzialmente in grado di dare nuova vita all'economia e - insieme a nuove relazioni diplomatiche - di trasformare le relazioni tra le due parti in un modo del tutto nuovo dai quando un barbuto ribelle di nome Fidel arrivò dalle montagne cubane. 
"Sta per cambiare tutto", dice Carlos Alzugaray, un ex diplomatico cubano vicino ai Castro. 
Ma la vera questione è se i rinnovati scambi saranno in grado di dare - insieme all'impulso ad una economia e ad un governo moribondi - uno slancio al cambiamento democratico dell'isola.  
"Per Cuba è un'opportunità di velocizzare il processo di riforme economiche e sociali, di liberalizzazione e di apertura", dice Arturo Lopez-Levy, ex intelligence analyst a Cuba, ora alla New York University. 
Altri, invece, sono più scettici, avendo sperimentato precedenti aperture incapaci di produrre cambiamenti significativi. Si pensi, inoltre, alla legge americana del 1996, conosciuta come Helms-Burton, che impedisce un commercio esteso, mentre c'è da chiedersi: Cuba, da parte sua, ha veramente la volontà di aprirsi? 
"Il Regime farà di tutto per controllare gli investimenti stranieri, le modalità di impiego, gli alti livelli di tassazione, che hanno costituito un grande ostacolo allo sviluppo economico e sociale di Cuba", dice Josè Daniel Ferrer, che coordina i gruppi dissidenti di Cuba. "Molte di queste risorse saranno ancora utilizzate per mantenere gli apparati repressivi". 
Per i cubani quanto annunciato da Washington e dall'Havana rappresenta più che un evento storico nelle relazioni internazionali, una possibilità pratica per i propri beni. L'economia cubana è debole, quest'anno è cresciuta del solo 1.4%, stando alle rosee statistiche governative, nonostante cambiamenti significativi che hanno permesso la compravendita di proprietà e macchine. 
Più di 300.000 persone hanno avviato attività e l'agricoltura privata è cresciuta. Il governo ha di recente annunciato che avrebbe convertito i ristoranti proprietà dello stato in cooperative private e ha annunciato un piano di doppia valuta, per rendere il turismo ed altri beni costosi. La speranza tra i cubani è che le nuove relazioni velocizzino il percorso verso un'economica di mercato, pur mantenendo gli ideali sociali di istruzione e sistema sanitario gratuiti, ciò che nelle parole di Castro è un "prospero e sostenibile socialismo". 
Ma perché la visione di Obama possa funzionare, Cuba deve sciogliere numerosi nodi: le promesse dell'isola di permettere più impresa privata e investimenti stranieri sono state sinora disattese.
"Abbiamo problemi incredibili, dice Nidialys Acosta, che ha aperto una officina-noleggio per auto d'epoca assieme a venti soci. "Dobbiamo superare un numero elevato di ostacoli". La sopravvivenza del suo business dipende dalle esportazioni americane: i pezzi di ricambio per le sue automobili e i turisti che le guidino. Da oggi spera che entrambi siano più facili da intercettare. "Sto saltando dalla gioia. Questo è il mio regalo di Natale". Ma mentre il governo di Cuba ha individuato nella impresa privata lo strumento essenziale per ridurre il settore pubblico che opprime l'economia, allo stesso tempo non riconosce il business della signora Acosta, così come quello di molti altri. 
Ottenere pezzi di ricambio come gli specchietti o i fati di una Chevrolet Impale del 1956 e pagarli è estremamente difficile e dispendioso perché non possono essere ordinati dagli Stati Uniti a devono essere acquistati di persona viaggiando tra Miami e Cuba. "Effettuare transazioni finanziarie a Cuba è difficile perché - dice - ufficialmente la mia attività non esiste". 
Il fatto che Obama possa decidere di rimuovere Cuba dalla black list degli stati che supportano il terrorismo potrebbe avere grandi effetti, stando a quanto sostenuto da Phil Peters, direttore del Cuba Research Center in Alexandria VA. Essere in quella lista, infatti, ha pesantemente complicato la possibilità per Cuba di fare business con le banche internazionali. Quando Cuba commercia con l'estero deve agire tramite istituti bancari che non abbiano nulla a che fare con gli Stati Uniti. 
L'economia cubana ha una lunga lista di acciacchi: scarsità di moneta, fuga di cervelli, anemici investimenti stranieri, scarsa produzioni di cibo (quasi l'80% degli alimenti sono importati) spiega Ted Henken, professore di studi latino-americani al Baruch College di New York. 
Senza gli Stati uniti cui dare la colpa, le carenze del governo cubano saranno molto più visibili. Il governo cubano non potrà più incolpare gli stati uniti per le difficoltà affrontate dagli imprenditori. Il governo dovrà essere in grado di spiegare perché è così difficile ottenere prestiti dalle banche, comprare un telefono cellulare o accedere alla banda larga".  Si rivelerà per quello che è Questo comporta grandi aspettative sia fuori che dentro Cuba.
In un paese dove il contante è padrone incontrastato, le piccole attività come la mia - spiega Niuris Higueras Martinez, proprietaria di un ristorante privato, dovranno abituarsi ad utilizzare strumenti bancari Non avverrà subito, ma siamo pronti ad integrarci in una nuova economia di mercato". 



Tradotto da Diletta Paoletti dall'articolo del New York Times del 17 dicembre 2014 "As Havana celebrates historic shift, economic and political hopes rise"


martedì 16 dicembre 2014

Il Natale di Sainsbury's - Christmas Adv/2



Natale 1914. In una fredda sera in piena Prima Guerra Mondiale i soldati lasciano le proprie contrapposte trincee e si incontrano nella no man's land che li divide. Giocano a calcio e si scambiano strette di mano, interrompendo, come per magia, l'atmosfera cupa del conflitto.
Finzione? No, eventi accaduti realmente e ripresi - a cento anni dalla Grande Guerra - dalla pubblicità natalizia di Sainsbury's, il colosso britannico dei supermarket. Il video è stato realizzato in collaborazione con la Royal British Legion, la charity inglese degli ex combattenti. La barretta di cioccolato che compare nel video viene venduta ad una sterlina e il ricavato va all'organizzazione.
"Christmas is for sharing" e, alla fine, le differenze con quelli che crediamo i nostri nemici sono meno delle cose in comune.

giovedì 11 dicembre 2014

Kassensymphonie - Christmas Adv/1



Piaccia o non piaccia, di questo periodo suoni tipicamente natalizi pervadono ogni luogo e - udite, udite - possono provenire anche ... dalla cassa di un supermercato. È il caso della catena commerciale tedesca Edeka, in questa adv natalizia intitolata "Kassensymphonie", ideata da Jung von Matt dove il beep della cassa compone la melodia di Jingle Bells.
E con questo video, che su You Tube è arrivato a quasi 12 milioni di visualizzazioni, Chi più ne ha più ne metta dà il la al suo modo di celebrare il Natale, attraverso la visione dei creativi pubblicitari.
Enjoy!

Via AdWeek

lunedì 8 dicembre 2014

Fidelio: classico contemporaneo


Succede che un'opera scritta per la prima volta nel 1804 possa parlare, con forza e realismo, dell'oggi. È il potere dei grandi classici, quelli che non tramontano, che non passano mai di moda, portatori di un messaggio universale che rimane sempre attuale. Ieri alla prima della Scala di Milano, con il Fidelio di Beethoven diretto da Barenboim con la regia di Deborah Warner, è successo proprio questo.
La trama racconta di Leonora che si traveste da uomo con il nome di Fidelio e trova lavoro nella prigione in cui è rinchiuso il marito Florestan, che sta per essere condannato a morte dalla dispotica decisione del governatore Don Pizarro. Tra dolore e speranza, la coraggiosa Leonora riesce a salvare la vita al marito, un attimo prima che giunga il Ministro a liberare i detenuti.
Nella scelta della regista Warner, per tutto il primo atto la prigione è contemporanea, squallida e grigia, quasi simbolica (assenti gli elementi descrittivi tipici, le sbarre o le celle). Nel secondo atto, con una scenografia a dir poco imponente, la scena si sposta nelle segrete, rappresentate come inferi freddi e umidi. E in questi due scenari, i significati si rincorrono.
Nell'opera e nella sua messa in scena c'è anzitutto - come è ovvio anche dalla stessa scrittura di Beethoven - l'antinomia libertà - oppressione, trasposta nella classica contrapposizione luce-tenebre. Superba la sottolineatura dell'orchestra al coro - realistico e disperato - dei detenuti.
Si percepisce l'oppressione del sistema carcerario, oggi come ieri. Una vita nelle tenebre, solo brevemente interrotta dalla possibilità di godere, un attimo, della calda luce del sole primaverile, sinonimo di libertà. Una liberalità del carceriere, questa, subito punita dal governatore, il superiore.
E proprio nella figura del carceriere, Rocco, c'è il rapporto tra libertà e dipendenza: per indole buono, si rifiuta di uccidere Florestan come ordinatogli dal Governatore Don Pizarro, ma deve nondimeno scavare la fossa che ospiterà il corpo del prigioniero. Così come deve sottostare, per guadagnarsi i soldi per vivere, agli atteggiamenti autoritari di Don Pizarro.
C'è l'amore e il rapporto marito e moglie, salvifico prima ancora dell'intervento del Ministro. Ma la relazione tra i due è resa in chiave moderna. Dopo due anni Leonora e Florestan si riconoscono nelle segrete del carcere: se la messa in scena originaria li vedeva uniti in un abbraccio molto classico, Werner opta per una scena moderna, dove all'abbraccio si sostituisce una non meno intensa distanza, quasi a rappresentare una chiave più moderna dell'amore coniugale.

Non saremo tutti critici musicali, è vero. Ma ci sarà pure una ragione se un'opera ti tiene incollato, ti cattura e ti sembra tanto coraggiosa. La lotta contro la tirannia, l'affermazione della libertà e della giustizia erano temi cari a Beethoven. E sono cari anche a noi. E forte è l'emozione regalata da un classico che può parlare in modo così potente della contemporaneità.



Ho visto l'opera al Cinema Clarici di Foligno: audio e video di ottima qualità, per un'esperienza più che realistica.

martedì 18 novembre 2014

Cara Taverna, siamo tutti politici




"Io non sono un politico ... Non si permetta di chiamarmi politico".
A tanto siamo arrivati, in Italia.
La parola politico è, oramai, un insulto. Un insulto perfidamente calcolato da parte di chi lo rivolge e che provoca la reazione rabbiosa di chi lo riceve.
La frase, nel caso di specie, è di Paola Taverna, senatrice M5S contestata a Tor Sapienza. Ma non è colpa sua. Le parole sue e quelle del suo interlocutore sono solo l'espressione violenta di un sentire diffuso. E pericolosissimo.
Anni ed anni di cattiva politica ci hanno disilluso, ci hanno disgustato. Ci hanno allontanato da quello che invece ci riguarda da vicino, perchè rappresenta il contesto delle nostre vite.
Eppure l’etimo stesso della parola, la sua stessa struttura, racchiudono il significato profondo della politica: la sfera pubblica. Il termine greco "politicos" viene da "Polis", città. Nella civiltà greca, fondante di tanti aspetti del pensiero occidentale, il termine era usato per definire ciò che apparteneva alla dimensione della vita comune, allo Stato e al cittadino (πολίτης). La città è il luogo dei «molti» (polloi), è anche il luogo che fa di tali individi un insieme, una «comunità» (κοινωνία).
Ecco perché in quanto cittadini siamo tutti politici, non possiamo non esserlo.
Per i cittadini di Tor Sapienza e per i rifugiati che li trovano posto, la rabbia prevale sulla ragione: lo Stato non c'è, la politica, la gestione della cosa pubblica pare averli abbandonati.
Ma chi rappresenta le istituzioni - in questo caso Paola Taverna - ha la responsabilità di onorare il servizio politico, non viverlo come un insulto.
E noi tutti dovremmo resistere alla tentazione di denigrare un concetto - la politica - perché degradati erano quelli che spesso, questo concetto, lo hanno rappresentato.

lunedì 17 novembre 2014

Il rischio idrogeologico nella pubblicità progresso del 1977


Nel 1977 andava in onda questa pubblicità progresso.
Parla di frane, smottamenti e alluvioni già allora all'ordine del giorno.
Racconta di una fonte di vita, l'acqua, che diventa un nemico. E denuncia:
"Manca un piano delle acque e la coscienza del problema".
Siamo nel 2014 e quel "facciamo qualcosa, subito" a fine filmato suona - oggi - grottescamente beffardo.

mercoledì 5 novembre 2014

Joni, la nuova Sarah

La nuova Sarah Palin? Forse. Quel che è certo è che Joni Ernst - neo eletta senatrice dell'Iowa alle elezioni midterm - incarna tutti gli stereotipi della donna conservatrice a stelle e strisce. Veterana ed ex allevatrice di maiali, contro l'aborto e pro armi, promette di riaffermare i grandi valori americani, minati dalla gestione democratica. La vera outsider di queste elezioni, che - nel video - promette di tagliare le spese come, da giovane, castrava maiali. “Washington is full of big spenders. Let’s make ‘em squeal.”

mercoledì 29 ottobre 2014

Contro la tassa



Budapest, Ungheria. L'imponente manifestazione contro la "tassa su internet". Nel paese, infatti, la libertà di accesso alla rete potrebbe essere gravemente minata da una proposta di legge che, se approvata, imporrebbe una tassa per l'utilizzo del web. Il progetto è fortemente sostenuto dal governo del primo ministro di centro destra Viktor Orban e sarebbe un ulteriore passo verso gravi costrizioni della libertà di espressione nel paese.

lunedì 13 ottobre 2014

God only knows, benefica miscellanea pop




Ecco il video di cui tutti - nel Regno Unito - stanno parlando. Si tratta di "God Only Knows", brano dei Beach Boys reinterpretato, per l'occasione, da una nutritissima schiera di star del mondo della musica, tutti insieme in una clip record di visualizzazioni. 
Una cover all-star prodotta da BBC per lanciare la nuova piattaforma musicale dell'emittente britannica. Ma non manca la solidarietà: l'operazione raccoglie fondi per Children in Need, charity di BBC per i bambini e i giovani in difficoltà. 
Pharrell Williams, Sam Smith e Chris Martin, ma anche Emeli Sandé, Elton John e Stevie Wonder, solo per citare alcuni dei volti noti che compaiono nel video diretto da François Rousselet. Una miscellanea pop di quelle serie, come solo gli inglesi sanno fare. 

venerdì 10 ottobre 2014

E li chiamano disastri naturali




"Negli ultimi 60 anni gli eventi naturali a carattere disastroso sono stati ben 3.362 e sono collegabili principalmente a fenomeni come improvvise inondazioni, frane di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, colate di fango e detriti. 
Con l’arrivo delle nuove piogge, al manifestarsi di nuove alluvioni ci si ritrova a ribadire stessi concetti, ad inseguire emergenze, a far la conta di danni e vittime. 
Il territorio è la più grande infrastruttura, la sua salvaguardia non può più aspettare, non è possibile prescindere dall’attuazione di misure rigide e ragionate finalizzate a garantire ad ampio raggio adeguati interventi nell’ottica di un concreto cambio di rotta. Solo quando la cultura della emergenza sarà radicalmente sostituita da quella della prevenzione potremo ritenerci soddisfatti. L’abusivismo e l’illegalità sono stati tra le cause principali dello scempio del nostro territorio, con i conseguenti conteggi di danni, distruzioni e lutti.
Proprio 50 anni orsono, il 3 febbraio 1963, lo Stato italiano definì, attraverso la Legge n. 112, i criteri per esercitare la professione di geologo. Al geologo venne attribuito per la prima volta un corpus sistematico di conoscenze ed un profilo professionale specifico e soprattutto esclusivo, che a partire da quella data sono stati riconosciuti dall’ordinamento giuridico del nostro Paese.
È da allora che i geologi lanciano continui allarmi inascoltati. Vogliamo ripercorrere    questi 50 anni riproponendo gli interventi fatti a salvaguardia di un’Italia troppe volte  flagellata dal susseguirsi di eventi distruttivi, talvolta impudicamente definiti disastri naturali". 

Dal comunicato del Consiglio Nazionale dei Geologi, pubblicato il 20 novembre 2013

lunedì 15 settembre 2014

Le parole della Cancelliera

Photograph: John Macdougall/AFP/Getty Images























Dicono che raramente la cancelliera tedesca Angela Merkel partecipi a dimostrazioni e manifestazioni. Ma ieri, domenica 14 settembre, lo ha fatto, prendendo parte - insieme al presidente Joachim Gauch - all'iniziativa dei leader delle comunità ebraiche presso la Porta di Brandeburgo a Berlino
L'evento "Stand Up: Jew Hatred - Never Again!" ha coinciso con il World Jewish Congress (WJC) opsitato dalla capitale tedesca.
"Che le persone in Germania possano essere minacciate a causa del loro essere ebrei o del loro supporto ad Israele è un fatto oltraggioso che noi non possiamo accettare", ha detto Angela Merkel. "È un nostro dovere nazionale e civico combattere l'anti-semitismo". 
"Abbiamo ascoltato parole che sono una sfida alla nostra coesistenza pacifica. Abbiamo visto atti che sono un attacco alla nostra libertà ed alla dignità umana.  Non possiamo ignorare. Ed è per questo che siamo qui oggi".
"Chiunque attacchi chi indossa una kippah, attacca tutti noi. Chiunque danneggi una pietra tombale ebraica sta disonorando la nostra cultura. Chiunque attacchi una sinagoga sta minando le fondamenta della nostra società libera". 
"Dobbiamo fare leva sul nostro comune senso di responsabilità per il bene comune. Si richiede coraggio e spirito di iniziativa, ma anche solidarietà, tolleranza e apertura mentale. I valori che rendono una società umana e sostenibile; valori che devono essere insegnati più e più volte. Il governo federale sostiene diverse attività: progetti che promuovono la tolleranza, rafforzano le abilità sociali e la comprensione della democrazia, in particolare per i giovani. Perché dobbiamo combattere tutte le forme di estremismo, di discriminazione ideologica e di violenza".  
"Il fatto che oggi più di 100,000 ebrei vivano in Germania è quasi un miracolo" - ha continuato Merkel, in quello che i presenti hanno descritto come un discorso insolitamente personale per lei - "è un dono che mi riempie della più profonda gratitudine". 
"La vita ebraica è parte della nostra identità e cultura. Mi ferisce quando sento i genitori di un giovane ebreo chiedersi se sia sicuro crescere i propri figli qui".  
"La Germania farà di tutto per combattere l'antisemitismo. A fronte dell'aumentare delle minacce agli ebrei il messaggio alla Germania e al mondo è tolleranza. A nome del governo federale condanno nei termini più forti tutte le forme di antisemitismo in Germania e in Europa". 
"La legittima critica alle azioni politiche di un governo, sia esso il nostro o quello di Israele, è possibile. Ma se questa viene usata come pretesto per dare sfogo all'odio di qualcuno verso altre persone, verso gli ebrei, siamo di fronte ad un uso improprio dei nostri diritti fondamentali di libertà di opinione e di assemblea".
"Amici, vicini, colleghi ebrei: sentitevi a casa qui".
Parole di circostanza, formali? Non proprio. Anzi, parole importanti, quelle della Cancelliera, considerando la storia tedesca e la sofferente elaborazione della colpa da parte di un intero popolo, alle prese con un passato che fa male anche se il tempo passa.

martedì 9 settembre 2014

La salute prima di tutto



Manca poco più di una settimana al referendum per l'indipendenza della Scozia e uno dei temi più scottanti, insieme alla moneta, è quello del National Health Service, il servizio sanitario.
Secondo i sostenitori dell'indipendenza (guarda il primo video), quest'ultima comporterebbe finalmente la possibilità di controllare le risorse finanziarie (il resto del NHS è già disciplinato dal parlamento scozzese, ma proprio il budget sfuggirebbe al controllo). La campagna del no (secondo video), invece, sostiene che le decisioni - anche finanziarie - sono già prese ad Edimburgo e che un servizio sanitario indipendente significherebbe un aumento delle tasse ed un taglio delle spese.  

domenica 31 agosto 2014

Lady Pesc


Federica Mogherini, nominata dal Consiglio europeo Alto rappresentanze per gli affari esteri e la politica di sicurezza



Fresca di nomina, Federica Mogherini è il nuovo Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. 
Ma cosa significa, esattamente? Guardiamo più da vicino la carica, le sue caratteristiche, la sua storia e i suoi poteri. 

Origini
Anzitutto questa figura nasce nel 2009 con il Trattato di Lisbona. L'obiettivo è quello di individuare un soggetto unico in grado di guidare la politica esterna dell’Unione europea. In precedenza, infatti, le attribuzioni dell’Alto rappresentante competevano a due personalità distinte in seno all’Ue: il cosiddetto Mr PESC (prima del 2009, infatti, l'Unione era divisa nei cosiddetti tre pilastri, uno dei quali era proprio quello esterno in materia di politica estera e sicurezza) e il commissario responsabile delle relazioni esterne.
Il trattato di Lisbona unifica le funzioni e riunisce in un’unica persona le competenze relative alla politica estera e di sicurezza comune. In questo modo - si pensava - l’azione esterna dell’UE avrebbe guadagnato coerenza, efficacia e visibilità.
Comunque l’Alto rappresentante dell’Unione non è l’unico ad avere il compito di rappresentare l’UE all’esterno. Il trattato di Lisbona, infatti, assegna anche al presidente del Consiglio europeo il compito di rappresentare al suo livello l’UE all’esterno, senza nulla togliere alle attribuzioni dell’alto rappresentante. Il testo però non precisa come il lavoro vada suddiviso tra queste due personalità e lascia quindi alla prassi il compito di decidere sui due ruoli.
Poteri
L’alto rappresentante partecipa attivamente alla politica estera e di sicurezza comune dell’Unione, innanzitutto contribuendo alla sua elaborazione con proposte che presenta al Consiglio e al Consiglio europeo e assicura l’attuazione delle decisioni adottate in quanto mandatario del Consiglio.
L’alto rappresentante ha inoltre una funzione di rappresentanza. Conduce il dialogo politico con i paesi terzi ed esprime la posizione dell’Unione nelle organizzazioni internazionali.
Dal momento che, come detto, prende il posto di MrPESC e del commissario per le relazioni esterne, l’Alto rappresentante ha ereditato le loro rispettive attribuzioni: in seno al Consiglio deve assicurare la coerenza e la continuità dei lavori nell’ambito della politica estera dell’UE e dunque presiede il consiglio "affari esteri" (la formazione, cioè, che riunisce i ministri degli esteri dei 28 paesi membri dell'Unione); in Commissione è incaricato delle responsabilità che incombono a tale istituzione nel settore delle relazioni esterne. Deve altresì vigilare sul coordinamento della politica estera con le altre politiche e gli altri servizi della Commissione.
Inoltre, partecipa ai lavori del Consiglio europeo, ossia dell'isituzione che riunisce i capi di stato e di governo dei paesi membri.
Nomina
L’alto rappresentante è designato dal Consiglio europeo che delibera a maggioranza qualificata e con l’accordo del presidente della Commissione. Il Consiglio europeo può porre fine al mandato secondo la medesima procedura.
Data l’importanza della sua funzione, l’Alto rappresentante è anche uno dei vicepresidenti della Commissione. Conseguentemente, egli è sottoposto al voto di approvazione del Parlamento europeo così come il presidente e gli altri membri della Commissione. Il trattato sull’UE precisa che nel caso di mozione di censura votata dal Parlamento nei confronti della Commissione, l’alto rappresentante deve abbandonare le funzioni che esercita in seno alla Commissione, mentre può mantenere le responsabilità che detiene in seno al Consiglio fino alla formazione della nuova Commissione.
Servizio Europeo per l'azione esterna
Nell’esercizio delle sue funzioni l’alto rappresentante si avvale del Servizio europeo per l’azione esterna, che trova la sua base giuridica nell’articolo 27, paragrafo 3 del trattato sull’UE. Il funzionamento e l’organizzazione sono stabiliti da una decisione del Consiglio che delibera su una proposta dell’alto rappresentante. Il servizio lavora in collaborazione con i servizi diplomatici degli Stati membri ed è composto da funzionari dei servizi competenti del segretariato generale del Consiglio e della Com­missione e da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali.
Ieri, 30 agosto, dunque, si è sciolto il faticoso tira e molla tra paesi sul nome del prossimo Alto rappresentante, che prende il posto di Lady Cathrin Ashton, per una carica che potrebbe molto più di quello che i paesi gli consentono di fare. La politica estera e di sicurezza comune è soggetta a norme e procedure specifiche ed è definita e attuata dal Consiglio europeo e dal Consiglio che deliberano all'unanimità (la consacrazione, cioè, del metodo intergovernativo), salvo nei casi in cui i trattati dispongano diversamente.
Vedremo se, anche in questo campo, come molti promettono ci sarà una (sperata) inversione di tendenza.