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sabato 19 dicembre 2015

Christmas advert corner: Apple rulez



Solo Apple può permettersi una pubblicità così.
Magnetica, originale ed emozionante. Retorica? No, se metti insieme due grandi voci, Stevie Wonder e Andra Day con delle riprese semplici ma immediate.
Una pubblicità che non pubblicizza, ma mostra solo un logo. Che parla da solo.
Chapeau!

martedì 24 febbraio 2015

Sei sfumature di emoticon



Ed ecco a voi le emoticon multirazziali.
È di queste ore la novità (beta release) in casa Apple: la carnagione di 6 sfumature diverse.
Prima erano disponibili solo tre tipologie di personaggi per rappresentare il mondo, per così dire, non occidentale: un uomo con il cappello cosacco; un uomo con la pelle scura e un turbante e un altro con occhi a mandorla e un tradizionale cappello cinese. Ora invece tutte le emoji potranno essere declinate in sei sfumature differenti. Le tonalità delle icone si basano sulla Fitzpatrick scale, standard riconosciuto dai dermatologi.
La novità è stata resa possibile dalla scelta di Unicode Consortium, l'industria che si occupa dei software di sviluppo delle emoticon.


venerdì 11 luglio 2014

È lo sport, bellezza!



A due giorni dalla finale della World Cup 2014, in piena frenesia sportiva, l'ultima adv televisiva di Apple appare più appropriata che mai.
Sportivi e non, in questi giorni è facile sentire la fascinazione dello sport. Per quella attività che - nel suo aspetto sociale e ricreativo - mette insieme, in modo trasversale ed eterogeneo, appassionati di tutti i popoli e di tutte le religioni, ma anche di tutte le età ed estrazioni sociali.
Ma poi c'è lo sport di tutti giorni. Quello che non è solo dei campioni. Quello che non è illuminato dalle luci dei riflettori, né premiato da compensi stellari.
Quello di tutti noi. La corsa al parco sotto casa, la lezione in palestra o la bicicletta come stile di vita.
Quello dei piccoli grandi record, che possono regalarci emozioni inaspettate.
Perché è proprio nell'attività sportiva che impariamo a conoscerci meglio, a gestire il nostro corpo, ma anche e soprattutto la nostra mente.
Lo sport ci insegna a sperimentare i nostri personalissimi limiti.
Per magari scoprire che poi, in fondo, sono meno di quanto pensassimo.

venerdì 24 gennaio 2014

Trenta anni fa, la rivoluzione Macintosh





«On January 24th, Apple Computer will introduce Macintosh.
And you'll see why 1984 won't be like 1984».

Si chiudeva così lo spot girato da Ridley Scott per Apple, in vista del lancio del primo Macintosh creato a Cupertino.
Il riferimento – più che evidente – è alle cupe atmosfere del romanzo di George Orwell, metafora neanche tanto velata di un’industria tecnologica senza stile e senza idee, grigia ed omologata. Industria ed atmosfere che Apple intendeva rivoluzionare, creando il “computer per tutti”. 
Il computer utile, ma anche piacevole. 
Il computer tecnologicamente raffinato, ma anche intuitivo.
Primo video virale della storia e prima pubblicità a non mostrare il prodotto reclamizzato, lo spot – lanciato durante il Super Bowl, evento sportivo (e mediatico) di punta negli USA – anticipa di due giorni l’uscita del prodotto, il 24 gennaio, con una con una delle più spettacolari presentazioni di Steve Jobs (guarda).
Rivoluzione pubblicitaria e tecnologica insieme, per la mela morsicata.
Allora si trattava di una scatoletta beige, con uno schermo quadrato ed una grafica innovativa: ma, di fatto, pareva quasi cosa viva, animata.
Destinata a cambiare abitudini e stili di vita.


Leggi anche: 
A brilliant man
Inventare il futuro
La vendetta sette anni dopo




venerdì 5 ottobre 2012

Inventare il futuro



Oggi, un anno fa, il mondo salutava Steve Jobs, forse il personaggio che – negli ultimi tempi – ha meglio incarnato il sogno americano, con la sua grande impresa cominciata in un garage nella Silicon Valley e approdata nell'olimpo dell'hightech. Creativo, coraggioso, tenace. Come un altro personaggio che – in una stagione diversa e in un paese diverso – ha ugualmente segnato la storia: Adriano Olivetti.

Bella, bellissima, questa puntata di “Correva l’anno” (Rai3), che ripercorre il fil rouge che unisce le prime macchine da scrivere ai più moderni computer, Olivetti a Jobs. Una continuità non solo in fatto di tecnologie e elettronica, ma anche in termini di visione, di capacità di inventare il futuro. Olivetti, con il suo capitalismo illuminato in grado (nell’Italia degli anni ‘50!) di introdurre in fabbrica asili e biblioteche, così come di includere intellettuali e artisti nella gestione d’impresa. Jobs, con la sua creatività, fermamente convinto della funzione artistica delle sue creazioni e in grado di ispirare giovani in ogni parte del mondo.

Dalla Lettera22 Olivetti, esposta al MoMa di New York, agli oggetti culto di Apple. Storie di successo. Perché, ancora oggi, sono gli uomini – con le loro idee – a fare la storia.


Il video comparso oggi sul sito di Apple, "Remembering Steve":

sabato 31 dicembre 2011

Stories

Eh sì, lo ammetto! Non ho resistito – in queste ultime ore del 2011 – a creare il mio personalissimo (e parzialissimo) blobbone fotografico. Qualche immagine, scelta con cura e selezionata sulla scorta delle emozioni, di alcuni dei fatti che più mi hanno colpito nei mesi scorsi. Molti li ho raccontati in queste pagine, altri avrei voluto farlo.

Nella speranza che l’anno che viene regali a questo nostro pianeta qualche soddisfazione in più!























La “Primavera araba” sconvolge l’assetto politico del Nord Africa e del Medio Oriente: prima è la volta di Tunisia e Algeria, poi di Egitto e Libia. Uno dopo l’altro, cadono i leader della regione: Ben Ali, Mubarak, Muammar Gaddafi e Ali Abdullah Saleh.



London’s burning


Muore Steve Jobs, ma non se ne vanno con lui la forza delle sue idee e l’originalità delle sue azioni.



I 150 anni dell’Unità d’Italia, celebrati in uno dei momenti più difficili della nostra storia recente






















Occupy Wall Street e indignados: i nuovi movimenti mettono in discussione gli assetti dell’attuale sistema socio-economico e Main street assedia il cuore pulsante del financial district.





















L’Euro e l’Ue ad un passo dal baratro: convulse trattative ed estenuanti riunioni provano a salvare il salvabile. La macchina Europa – per il momento – sembra rimanere in carreggiata.

giovedì 6 ottobre 2011

A brilliant man


Oggi il mondo saluta Steve Jobs, forse il personaggio che negli ultimi tempi ha meglio incarnato il sogno americano, con la sua grande impresa cominciata dentro ad un garage nella Silicon Valley e approdata nell'olimpo dell'high tech.

Visionario e creativo, ma anche coraggioso e tenace. Inspiring direbbero gli inglesi.
Sì, perché con il suo carattere, carismatico quanto basta, ha rivoluzionato abitudini e azioni di milioni di persone.

Inspiring, soprattutto per i giovani, che forse trovano nel mondo Apple la risposta più genuina e a portata di mano ad un naturale bisogno di creatività e immediatezza, di cose non solo utili ma anche belle.

Quei giovani che da ore stanno rendendogli omaggio, trasformando gli Apple Store di tutto il mondo in moderni e tecnologici mausolei.


E in un blog che vuole parlare - tra le altre cose - di società, non posso non rendere omaggio ad un uomo che quella società ha contribuito a trasformarla.

Che ci ha aiutato ad esprimerci meglio, a potenziare le nostre capacità.

Non solo perché scrivo da un Mac, dal quale non mi separo tutto il giorno tanto è immediato e piacevole da usare.
Non solo perché telefono da un iPhone.
Non solo perché ascolto musica da un iPod.

Ma perché credo nel potenziale di uomini come Steve Jobs.

Capaci, ebbene sì, di sognare.

___

Guardate il video del discorso di Stanford del 2005
Guardate come lo ricorda il New York Times