Ce lo aspettavamo e ne
avevamo già parlato. Nelle settimane scorse abbiamo scritto, abbondantemente,
del difficile rapporto tra il Regno Unito e l’Unione europea (Niente Euro siamo inglesi – Secessione?). E lo strappo è arrivato: David Cameron, nella convulsa
nottata di ieri, ha optato per una rottura difficilmente sanabile. Ed ora è
braccio di ferro. Braccio di ferro con l’Unione del rigore, impersonata da
Nicholas Sarkozy e Angela Merkel, che sono riusciti, dopo estenuanti trattative
durate tutta la notte, a far accettare a 26 Stati una nuova disciplina fiscale,
studiata proprio per avere bilanci più sani rispetto a quelli che hanno
condotto l’Europa ad un passo dall’implosione. 26 su 27, appunto, perché, alla
fine, solo la Gran Bretagna ha deciso di tenersi fuori.
Ma andiamo
con ordine. Cosa ha causato la spaccatura tra il Regno unito e il resto
dell’Ue? Il veto, posto da David Cameron. O meglio, i veti, tutti di fatto
volti a lasciare mano libera al mercato dei servizi finanziari della City di
Londra. La principale richiesta? Quella di condizionare al criterio
dell’unanimità ogni decisione relativa a regole più stringenti per la finanza,
dove unanimità sta – di fatto – per possibilità di veto. Nella difficile
decisione di Cameron ha di certo pesato, e non poco, il grande euroscetticismo
degli ultimi tempi, manifestato anche dai parlamentari dello stesso partito conservatore.
E la
scelta del Primo Ministro spiazza gli stessi inglesi. Scetticismo è espresso,
oggi, dai quotidiani britannici. Michael White, dal Guardian, si chiede: will it be splendid isolation or miserable? “Sarà uno splendido o un miserabile isolamento?”,
parafrasando con qualche ironia la nota espressione con cui la storia descrive
l’isolamento cercato dalla Queen’s Land alla fine dell’800. Mentre l’Independent scrive così: “David Cameron ha
drammaticamente posto il veto alle modifiche dei Trattati dell’Ue, rischiando
l’isolamento politico e provocando il più grande scossone dell’Europa negli
ultimi tempi”.
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