Il mondo intero sta
seguendo con il fiato sospeso il convulso evolversi della crisi dell’Eurozona.
Ed è proprio di origine greca – beffarda ironia – l’etimologia della parola che
– meglio di tutte – descrive l’attuale “si salvi chi può”: "caos", abisso, baratro. Tra servizi
live e aggiornamenti dell’ultima ora, la copertura dei media internazionali è
completa, quasi febbricitante. Come febbricitanti sono i mercati, che – per
tutto il giorno – hanno reagito schizofrenici ad ogni dichiarazione, lungo un
innaturale sali scendi, dopo l’abisso di ieri. Siti web e telegiornali
riportano, minuto per minuto, gli eventi di Bruxelles, Atene, Roma. E Cannes,
sede – domani – del G20 e dove, già da oggi, si sono svolte le prime proteste.
Dopo
aver incassato il sì del governo alla sua proposta di indire il referendum sul
piano di austerità targato Ue/Fmi, il primo ministro greco Papandreou vola
verso la Croisette, atteso per un
pre-vertice con francesi e tedeschi («abbiamo bisogno di chiarezza», dice
Angela Merkel). Già perchè lo scenario è più che mai inquietante: l’esito
negativo della consultazione popolare voluta da Atene innescherebbe un effetto
domino letale per tutti, in primis per Francia e Germania, le cui banche
detengono pericolose quote di debito greco.
Il
tutto mentre un altro leader in difficoltà, Silvio Berlusconi è impegnato in
queste ore in un consiglio dei ministri straordinario, nella difficile impresa
di provare a tradurre in realtà le misure promesse all’Europa, cercando nello
stesso tempo di tenere assieme una compagine governativa oramai in frantumi. E
– nel caos – giunge accorata la voce delle istituzioni dell’Unione che, per
bocca del presidente della Commissione europea Barroso, chiede l’impossibile
alla Grecia: l’unità e la stabilità politica. Senza le quali «le conseguenze
sarebbero impossibili da prevedere».
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