Ultimamente la stampa
inglese si è occupata – nel bene e nel male – di noi italiani. Nello specifico
di due italiani: Silvio (Berlusconi) e Leonardo (da Vinci). Cosa c’entra –
direte voi – l’uomo del Rinascimento, colui che ha unito umanesimo e scienza,
con l’altro che – meno virtuosamente – ha unito interessi personali e politica?
Niente, se non una coincidenza temporale: nei giorni in cui si consumavano – in
mondovisione – le ultime ore del governo dell’imprenditore
delle televisioni, infatti, apriva i battenti alla National Gallery di Londra “Painter at the Court of Milan”, l’imponente mostra dedicata al Maestro italiano.
E la stampa inglese ha seguito l’una e l’altra cosa. Con ben diversi
atteggiamenti, sa va sans dire.
Mai, infatti, si sono visti editoriali tanto infuocati nei confronti di un leader estero. Come nel caso del Financial Times che – citando Oliver Cromwell – ha così sbottato: “In the name of God, Italy and Europe, go!” vattene, mentre la copertina del The Economist illustrava un Berlusconi in un clima di basso impero accanto alla scritta “That's all, folks”, è tutto, gente! Ma ancora: “Silvio Berlusconi: a story of unfulfilled promises” (The Guardian) e “Silvio Berlusconi has resigned bringing to an
end a tumultuous, 17-year political career which was marred by sex scandals,
corruption allegations and gaffes on the international stage.” (The Telegraph).
Matt Pritchett, The daily Telegraph Uk |
Due
italiani visti da Londra, “due Italie” portatrici di simboli e significati che
più diversi non potrebbero essere. Casuale contrapposizione, certo. Ma curiosa.
Anche perchè oggi servirebbe, eccome, recuperare un po’ di quello spirito del
Rinascimento che in fondo è tanto simile – e lo spiega bene Roberto Benigni –
ad una resurrezione. Che sia oramai tempo di Quaresima?
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