mercoledì 21 marzo 2012

Il giro d'Italia in 150 giorni


Che ci fanno Giuseppe Garibaldi, il ragionier Fantozzi e Silvio Berlusconi nelle pagine dello stesso libro? Che cosa ha in comune la Breccia di Porta Pia con la Milano da bere? E la voce di Pavarotti con le imprese di Dorando Pietri? La risposta – più semplice di quanto si possa pensare – è che sono tutti fatti, personaggi e caratteri italiani, magistralmente raccontati da Massimo Gramellini – giornalista e vicedirettore de La Stampa, nonché autore di ottimi libri – e Carlo Fruttero, compianto scrittore e uomo di cultura, uno di quei personaggi di cui la contemporaneità sembra essere sempre più avara.

Il libro si intitola significativamente “La Patria, bene o male, ma ancor più significativo è il sottotitolo: Almanacco essenziale dell’Italia unita (in 150 date): un viaggio tutto italiano, una risalita lungo i quindici decenni che vanno dal 1861 ad oggi. In 150 giornate. Alcune sono date inevitabili, di quelle che hanno fatto e (quasi) disfatto il paese – dal voto del Senato che sancisce la nascita dell’Italia a Mani pulite – “ma molte altre – si legge nella prefazione –, non senza lunghe discussioni tra noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili”.

E’ così che cronaca rosa e cronaca nera si susseguono, grandi fatti si intrecciano con piccole avventure, storie collettive fanno da sfondo a storie di singoli, da Collodi a Gianni Agnelli, passando per Joe Petrosino, Giovanni Gentile e Giacomo Matteotti. C’è la mafia, ci sono gli anni di piombo. C’è la dolce vita e il neorealismo. In spazi rigorosi (ogni storia non supera la pagina e mezzo) il libro restituisce vita agli eventi, grazie ad un abile taglio narrativo che non sacrifica – anzi, enfatizza –  i particolari.

Operazione banale? Niente affatto: nulla è più difficile che condensare e rendere tanto accattivanti fatti del passato. Noiosa? Men che meno: lontano, anzi lontanissimo, è quel non so che di didascalico dei manuali scolastici. Utile? Certo, dal momento che – spiegano Gramellini e Fruttero – l’intento è quello di “offrire un’infarinatura di storia d’Italia”. Perché, tra vizi e virtù, gli anni sono passati e ancora oggi questa Italia ci divide e ci unisce, ci esalta e ci scoraggia. Eternamente sospesa tra il bene e il male. 

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