Che ci fanno Giuseppe
Garibaldi, il ragionier Fantozzi e Silvio Berlusconi nelle pagine dello stesso
libro? Che cosa ha in comune la Breccia di Porta Pia con la Milano da bere? E la voce di Pavarotti con le imprese di Dorando
Pietri? La risposta – più semplice di quanto si possa pensare – è che sono
tutti fatti, personaggi e caratteri italiani, magistralmente raccontati da Massimo Gramellini – giornalista e vicedirettore de La Stampa, nonché
autore di ottimi libri – e Carlo Fruttero, compianto scrittore e uomo di cultura, uno di quei personaggi di cui
la contemporaneità sembra essere sempre più avara.
Il libro si intitola
significativamente “La Patria, bene o male”,
ma ancor più significativo è il
sottotitolo: Almanacco essenziale dell’Italia unita (in 150 date): un viaggio tutto italiano, una risalita lungo i
quindici decenni che vanno dal 1861 ad oggi. In 150 giornate. Alcune sono date inevitabili, di quelle che hanno
fatto e (quasi) disfatto il paese – dal voto del Senato che sancisce la nascita
dell’Italia a Mani pulite – “ma molte altre – si legge nella prefazione –, non
senza lunghe discussioni tra noi, sono state incluse o escluse, con
intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili”.
E’ così che cronaca rosa e
cronaca nera si susseguono, grandi fatti si intrecciano con piccole avventure,
storie collettive fanno da sfondo a storie di singoli, da Collodi a Gianni
Agnelli, passando per Joe Petrosino, Giovanni Gentile e Giacomo Matteotti. C’è
la mafia, ci sono gli anni di piombo. C’è la dolce vita e il neorealismo. In
spazi rigorosi (ogni storia non supera la pagina e mezzo) il libro restituisce
vita agli eventi, grazie ad un
abile taglio narrativo che non sacrifica – anzi, enfatizza – i particolari.
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