giovedì 8 marzo 2012

Questione morale. In salsa padana.


Marzo 1993: Luca Leoni Orsenigo, deputato Lega Nord, sventola nell’aula di Montecitorio un cappio, nell’esplicito riferimento alla necessità di fare pulizia di una classe politica corrotta

«La lega avanzerà, baionette in canna, paese per paese, villaggio per villaggio, per sfidare la partitocrazia», sbraita un Sentur urlante dal palco di Pontida. Siamo nel lontano 1995 e la Lega nord – formazione territoriale per eccellenza – è, eccome, un partito di lotta, imbevuto di antipolitica. Poche le parole d’ordine, riconoscibili e convincenti quanto velleitarie e demagogiche: populismo, autonomismo ed etnoregionalismo. Il tutto condito con una buona dose di intolleranza sociale. Ma tant’è. 

Ed è proprio sulla crisi dei partiti che il “Carroccio prima maniera” costruirà le sue fortune: onesti contro corrotti, lavoratori contro fannulloni della politica e delle istituzioni, gente del nord contro “terùn”, precedendo gli Stella e i Rizzo nel denunciare i privilegi della Casta. Prima di decidere di goderne. Di nascosto, ovvio.

Già perché la Lega non ha esitato ad entrare – più volte – nelle tanto disprezzate stanze dei bottoni di “Roma ladrona”, fino ad occupare poltrone importanti. «La dittatura partitocratrica», ad un certo punto, non fa più ribrezzo e si vola alla conquista delle istituzioni, nazionali e locali. Fatti due conti, in fondo, conviene.

Ed oggi che Davide Boni – presidente del già martoriato Consiglio regionale lombardo – è indagato per corruzione (sì, proprio lui che cavalcò, in perfetto stile leghista, la cosiddetta "questione morale”), il doppio volto della Lega è più evidente che mai.

E se le accuse saranno provate, non si tratta di una marachella individuale, di un singolo che – sbagliando, sia chiaro – si fa tentare dal luccichio dei facili denari. Qui è in gioco proprio il reato che caratterizza la peggiore partitocrazia, quella in cui la corruzione è fatta sistema. E tangenti e mazzette sembrano essere modalità ordinarie di gestione della cosa pubblica. 




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