Blue Nude, Henri Matisse, 1952 |
Non mollano la presa i media stranieri e vigilano occhiuti (forse più di noi) sullo stato delle donne in Italia. E' capitato l'altro giorno sulla BBC (articolo del 10 marzo, leggi).
"Italy's women still wait for change under Mario Monti", questo il titolo, un po' ingenuo nel credere che - con l'avvento del governo dei tecnici - tutto sarebbe cambiato, non solo le quotazioni dello spread ma anche cultura, atteggiamenti e senso comune, passando un colpo di spugna su venti anni di "berlusconismo".
"Berlusconi se ne è andato ed il nuovo governo rimanda un'immagine molto diversa del ruolo delle donne ai livelli più alti della politica" - afferma Mark Duff - e spiega come, finalmente, figure femminili di primo piano occupino posti chiave della nuova compagine governativa. La triade Fornero (definita come la "Margaret Tatcher italica"), Severino, Cancellieri, insomma, pare spopolare all'estero.
"Ma certe cose sembrano non essere cambiate" - continua Duff - donne semi nude appaiono ancora in TV e nei cartelloni pubblicitari". E il Festival della Canzone di Sanremo - tra spacchi e farfalle - sbarca (ahinoi) nei media inglesi, come paradigma del "tutto cambia, nulla cambia".
Polemica sterile? Discorso rifritto? Usurato leit-motiv? Valutate voi. Certo è che, Mario Monti e la nuova epoca della sobrietà nulla possono (per ora) a fronte della pluridecennale epopea delle tv commerciali e del trash imperante.
E se oggi si afferma con forza e naturalezza il binomio "donna competente - politica", prima ben altre erano le logiche a monte, che facevano del gentil sesso uno dei tanti "benefit" - al pari di case, mazzette e macchine - concessi al politico o all'imprenditore di turno.
Se cambiamento sarà, di acqua sotto i ponti ne dovrà passare ancora molta.
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