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Estenuanti trattative
politico-economico-diplomatiche potrebbero – sottolineiamo potrebbero – essere
messe a repentaglio da una pronuncia della Corte costituzionale tedesca. Andiamo con ordine.
I
giudici di Karlsruhe stanno esaminando i
ricorsi presentati con riferimento alle norme approvate dal Parlamento tedesco
per ratificare l’accordo sull’European Stability Mechanism (ESM), il prezioso
fondo salva stati, norme che – a parere dei ricorrenti – sarebbero
incostituzionali, in quanto lesive del potere sovrano dello stato.
Il funzionamento del
meccanismo di stabilità (creato non solo per concedere prestiti ai paesi in
difficoltà, ma anche per esempio acquistare titoli di Stato e mantenere stabili
gli spread), così come definito dall’ultimo Consiglio europeo, ridurrebbe la
discrezione della Germania, in particolare nelle decisioni su come utilizzare i
propri fondi pubblici.
In
altre parole, fino a che la Corte costituzionale non deciderà
sull’ammissibilità dei quesiti di costituzionalità e, in caso affermativo, non
si esprimerà nel merito, le leggi approvate in Parlamento sull’ESM non
potranno entrare in vigore. E,
prevedono in molti, ci vorranno numerose settimane. Settimane preziose, viste
le turbolenze cui è esposta la moneta unica.
Ma,
dietro le quinte di questi avvenimenti, si consuma l’ennesima puntata delle
frizioni tra l’esecutivo tedesco e la Corte Costituzionale, fondata nel 1951 per
garantire che le istituzioni statali agissero conformemente a quanto prevedeva
la Legge fondamentale della neonata Repubblica federale tedesca.
«Le
cose non sono mai andate lisce tra Berlino e la Corte che ha sede a Karlsruhe –
scrive Der Spiegel – i politici
al governo l’hanno spesso considerata un essere irritante, che può abrogare a
proprio piacimento le leggi con un semplice tratto di penna. Una frase
attribuita al defunto Herbert Wehner, appartenente al partito
socialdemocratico, è diventata leggendaria: “Non permetteremo a quegli idioti
di Karlsruhe di depennare le nostre politiche”».
Antiche
rivalità si scontrano, oggi, con nuove sfide: con la crisi dell’euro, infatti, in palio c’è molto più dei consueti
giochi tra poteri, dal momento che le decisioni di Karlsruhe potrebbero mandare
all’aria i tentativi di salvataggio dell’Eurozona.
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