Pubblico Giuseppe
Rossi, con il suo scritto, ironico ma, al tempo stesso, più vero del vero nel tratteggiare questa idolatria dei
giorni nostri,
che - eccessiva e scomposta - mescola timori e speranze.
Secondo
Carl Gustav Jung ogni civiltà ha bisogno di miti. Senza miti, senza una
mitologia, non è concepibile alcuna società, alcuna comunità.
Anche la
nostra civiltà della globalizzazione, dunque, pur così laica e razionalista, ha
i suoi miti, esattamente come le civiltà antiche. La differenza è che queste
ultime accettavano e rispettavano quella dimensione dell’esistenza, mentre noi
la rimuoviamo con sdegno, ritenendola qualcosa di irrazionale e di superstizioso.
Quindi, direbbe Jung, anche se noi non lo sappiamo, i miti continuano a
dominare la nostra coscienza, il nostro immaginario e soprattutto il nostro
inconscio collettivo.
Come
le civiltà antiche avevano spesso una struttura mitologica bipolare, con due
massime divinità in continuo confronto dialettico tra loro per affermare la
loro influenza sul mondo (Brama --> Shiva; Osiride --> Seth; Urano
--> Gaia; Jahveh --> Satana etc.), così la nostra civiltà, basata sulla
tecnologia e sull'economia, ha due entità mitiche principali, due supreme
divinità che si contendono la supremazia: il Mercato e la Rete.
Entrambe
sono entità indefinite, evanescenti, mistiche; che dall'alto della loro
"globalità" e pervasività universale decidono i destini del mondo e
quindi il presente e iI futuro di noi tutti.
Non sono
guidate da nessun uomo o da nessun gruppo, ma, al contrario, ad esse guardano
uomini, gruppi e nazioni per conoscere i loro destini e per accettare o
respingere i loro responsi e le loro irrevocabili decisioni.
Quante
volte in questi ultimi tempi abbiamo sentito usare dai giornalisti e dagli
esperti espressioni come queste: “…vedremo domani quale sarà la reazione del mercato...”; oppure: "…il mercato globalizzato costringe le aziende a
de-localizzare..." ?
E quante
volte abbiamo sentito, ad esempio nelle dichiarazioni dei grillini, espressioni
come queste: "…sarà la Rete a decidere il nostro candidato..." ; oppure: "…la Rete dice che questo provvedimento è
inaccettabile per il paese…" ?
Ecco
dunque: le due entità vengono personalizzate. Agiscono e reagiscono come se
fossero persone. Hanno un libero arbitrio, una volontà; decidono se premiare o
punire, se tacere o emettere giudizi e sentenze. Ma soprattutto a volte sono
imprevedibili e quasi capricciose, come appunto erano le antiche, onnipotenti
divinità hindù, egizie, greche o latine... Se gli uomini non obbediscono ai
loro voleri o violano l’ordine da loro stabilito, vengono severamente e
intransigentemente puniti, proprio come accadeva ai vari Prometei delle
mitologie antiche.
E proprio
come spesso accadeva nelle mitologie antiche, una delle divinità è maschile e
l'altra è femminile.
Mercato
è la divinità
maschile. Rappresenta la polarità paterna: severa, intransigente, inflessibile
nel punire ogni trasgressione.
Rete invece é la divinità femminile e
rappresenta la polarità materna. E' comprensiva, pietosa, inclusiva; è la
"grande madre" che accoglie con calore nella sua immensa pancia tutti
suoi "fedeli".
Diversa
dunque e a volte contrastante è anche la loro azione sul mondo.
Il
dio Mercato
premia i popoli con manne dal cielo o li punisce con catastrofi apocalittiche.
Premia i popoli che obbediscono ai suoi voleri, concedendo crescita,
abbondanza, prosperità; e punisce quelli che disobbediscono o fanno finta di
non conoscere i suoi categorici imperativi, infliggendo terribili stagnazioni,
recessioni e vere e proprie carestie...
Mercato
è misterioso nelle
ragioni del suo agire, è imprevedibile, inaccessibile. A volte punisce senza
pietà anche chi ha seguito fedelmente i suoi dogmi; altre volte, al contrario,
grazia chi li ha contraddetti. Punisce magari immediatamente una nazione in
quanto soggetta all'instabilità politica, ma può anche favorire, per sua insindacabile
scelta, nazioni che sono addirittura senza governo da anni.
Solo i
suoi aruspici e i suoi oracoli (i premi nobel dell’economia e i tecnocrati
degli stati e dei sovrastati) possono attingere, seppure in misura minima, ai
suoi segreti. Essi cercano di riconoscere e decifrare i segnali che
preannunciano le decisioni del dio e subito dopo comunicano queste rivelazioni
alla massa degli uomini comuni. Ma, come facevano gli oracoli greci, lo fanno
solo attraverso accenni, formule ambigue e parole oscure ed enigmatiche:
spread, fiscal compact, rating, differenziale, fiscal cliff...
Come
abbiamo già fatto capire, il dio Mercato è terribile e irremovibile. Spesso agisce in modo
crudele, incomprensibile; e sembra quasi divertirsi a giocare con i destini dei
poveri mortali, proprio come se fosse una vera, spietata forza del male. Per
questo è temuto e onorato; non proprio amato magari, ma rispettato per la sua
incontrastabile e immensa potenza.
La
dea Rete invece è
misericordiosa. Interviene per spargere nel mondo giustizia ed onestà. Per
mezzo dei suoi sconfinati poteri, può far venire alla luce e smascherare
qualsiasi inganno o qualsiasi scorrettezza morale. Agisce come coscienza
collettiva e, incrociando i dati, le intelligenze e le emozioni dei suoi
miliardi di fedeli, interpreta il volere e definisce il pensiero di un'altra
entità mitica operante nella civiltà della globalizzazione: la gente.
Rete (in alcune versioni dei miti chiamata
anche Web)
concede massima libertà ai suoi fedeli e lascia che essi si esprimano a loro
piacimento in tutti i modi e in tutti i campi. Li gratifica con i mi piace e li
manda in estasi con la possibilità di diventare famosi almeno per dieci minuti,
attraverso l’espressione della loro creatività.
Provoca
class action molto politicamente corrette e rivoluzioni democratiche
anti-tiranniche; concede vittorie elettorali impreviste e imprevisti successi
commerciali; permette la realizzazione di ogni sogno a coloro che capiscono il
suo immenso potere e si prostrano umilmente davanti alla sua inevitabile e
sempre crescente grandezza.
Fa
incontrare le persone, fa nascere amicizie ed amori al di là delle distanze e
dei confini, e soprattutto mette a disposizione di tutti gratuitamente cultura,
arte, intrattenimento...
La dea Rete è quindi venerata con amore dai suoi
fedeli. A lei ci si rivolge per risolvere problemi, per avere giustizia, per
divertirsi e per esprimersi e non sentirsi soli.
Anche
la dea Rete ha i
suoi oracoli, i suoi profeti, i sottili conoscitori dei suoi profondi misteri. Sono
i programmatori, gli influencer, gli hacker, i blogger, gli webmaster… Anche
loro possono "sentire" o intuire ciò che la dea dice, cercare di
interpretare quali sono i suoi voleri e poi riferirne, solo con
semicomprensibili ed esoterici accenni, a coloro che costituiscono la comunità
dei fedeli: i semplici utenti inconsapevoli, la massa informe e sconfinata
dell' empowering people...
Spesso Rete
si oppone allo
strapotere del dio Mercato, cercando di temperare i suoi eccessi e di contrastare le sue
decisioni unilaterali e impietose. Favorisce associazioni che cercano di
rimediare in qualche modo ai suoi incontrollabili scoppi d’ira e appronta
rifugi di solidarietà per chi è colpito dai suoi strali; si oppone inoltre, con
una continua lotta di resistenza, al ruolo di semplice strumento al suo
servizio a cui Mercato vorrebbe costringerla.
Sia
la dea Rete che
il dio Mercato hanno
delle divinità inferiori, che collaborano alla loro azione e svolgono un po’ lo
stesso ruolo che svolgevano gli angeli nella mitologia cristiana o le ninfe e i
semidei nella mitologia greca.
Il dio Mercato ha al suo servizio le Agenzie di
Rating, che
naturalmente sono tre, come le parche e come le grazie, e si chiamano Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s.
Queste
ninfe svolgono la funzione di messaggere del dio, un po’ come faceva Mercurio
con gli dei dell’Olimpo. Annunciano, avvertono, mettono in guardia… Mercato le invia agli uomini prima di
lanciare le sue tremende maledizioni. Se gli avvertimenti non producono frutti,
scatta la punizione.
Ma le tre
ninfe possono anche portare buone notizie, premiare, decretare promozioni...
Come facevano gli angeli e gli arcangeli nella mitologia cristiana, esse
annunciano anche la "grazia del dio" e fanno entrare almeno
temporaneamente i destinatari nel paradiso della grossa liquidità e
dell'affidabilità finanziaria.
I
semidei al servizio della dea Rete sono invece divisi in tre categorie: i Social Network, i Motori di Ricerca e i Siti.
Le semidivinità
più importanti della prima categoria sono Facebook e Twitter; quelle della seconda sono Google e Firefox; alla terza appartengono invece una
miriade di semi-divinità grandi e piccole che svolazzano come uccellini nella
pancia della dea. Le più importanti e famose sono Youtube e Skype e le più piccole e quasi
insignificanti sono i Blog, micro-divinità alla portata di tutti che svolgono la funzione
di collegamento tra i singoli utenti e la dea, un po' come facevano i penati
nella civiltà latina.
Come
in tutte le mitologie e in tutte le religioni, anche nella religione della
civiltà globalizzata esistono dei riti iniziatici, che mettono i singoli
individui in contatto con le divinità e li fanno entrare a vari livelli nella
comunità dei fedeli
La
cerimonia di accesso al culto del dio Mercato è la “quotazione del titolo”.
Quando un
fedele decide di entrare nella cerchia privilegiata degli iniziati al culto
diretto del dio, compie questo rito. Esso consiste nella dichiarazione solenne
di sottomissione al giudizio quotidiano di un’altra ninfa del dio, Borsa, che giudica ogni giorno il grado di
affidabilità del fedele e quindi stabilisce il valore del suo titolo nella
scala gerarchica degli iniziati.
Se il
fedele non resiste alla continua analisi delle sue azioni e dimostra di non
reggere i continui sforzi di concorrenza a cui lo chiama il dio, il suo titolo
crolla. Borsa
allora dichiara il suo default e il fedele viene espulso definitivamente dalla
cerchia superiore degli iniziati, diventando di nuovo un semplice consumatore.
La
cerimonia di accesso al culto della dea Rete è invece l' “account”.
Questa
cerimonia - che richiede un notevole impegno ed è spesso fonte di fatica e
sofferenza - ricorda il battesimo della religione cristiana. Durante il rito
dell'account, infatti, il fedele riceve un username, un nuovo nome, che verrà
poi usato in tutte le cerimonie informative e comunicative che si svolgeranno
all'interno del "tempio". Successivamente all’iniziato viene
assegnata una password, che rappresenta la formula mistica, la parola magica,
necessaria per entrare in contatto con la dea.
Dopo l’attribuzione
dell'username e della password, inizia per il fedele una nuova vita: quella
virtuale. Egli accede definitivamente e irreversibilmente ad una nuova dimensione
spirituale, che rende la vita vissuta fino ad allora, la cosiddetta "vita
reale", solo un'appendice e un insignificante contorno alla nuova vita a
cui ha avuto accesso.
Come in tutte le mitologie che si rispettino, la dialettica e la
lotta tra Mercato
e Rete durano
dall'origine dei tempi e dureranno fino alla fine dei tempi, quando – dice
ancora il mito - le due divinità si accoppieranno in un cosmico amplesso e
dalla loro unione nascerà una figlia. Questa nuova divinità riunirà in sé la
natura etica della madre e la natura economica del padre, esprimendo anche
plasticamente questa unità nel suo epico ed altisonante nome: Eticonomia.
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