Che cosa
si dice del “fenomeno Grillo” in America? Ce lo spiega il New York Times che – un paio di giorni or sono
– ha dedicato al comico genovese e al suo movimento un lungo articolo
intitolato significativamente “Caustic Comedian Alters Italy’s Political Map”. E, in effetti, le 5 stelle hanno
“alterato” – eccome – la costellazione della politica italiana, trionfando in quel di Parma (dove il grillino
Pizzarotti conquista la poltrona di primo cittadino), e ottenendo, in
generale, risultati più che positivi.
«E’
con una sapiente miscela di pungente umorismo, legittima indignazione e
organizzazione grass-root che
il movimento di Grillo sta dimostrando di non essere uno scherzo - spiega
Elisabetta Povoledo - tanto che,
fondato solo nel 2009, è rapidamente diventato una forza con cui fare i conti
nella frazionata e litigiosa arena politica italiana».
«In
poco tempo si è trasformato nel vessillo dell’impazienza degli italiani
nei confronti dei tradizionali partiti politici, che sembrano aver perso il contatto con i bisogni e con le
esigenze dei cittadini. E, in un paese dove l’elite politica viene ormai
comunemente definita “la casta” e i sondaggi evidenziano un calo di fiducia
verso le forze politiche al di sotto del 5% , il messaggio anti-politico di
Grillo ha trovato terreno fertile».
Agli osservatori
che tentano di liquidare il movimento come un voto di protesta contro interessi
e poteri forti, non
dissimile da altri fenomeni europei (Alba dorata in Grecia, i Pirati in
Germania), i candidati grillini rispondono «rifiutando l’etichetta e
illustrando, entusiasti, la loro agenda, che consiste in una piattaforma
ecologica e anti-consumistica, articolata in una serie di varianti locali di
grande successo».
Anche
se «di persona è molto più pacato rispetto alla sua appassionata presenza sul
palco, dove si lancia in un turbinio di battute e insulti, rivolti tanto ai
“moribondi partiti” italiani, quanto ai suoi leader», non sfugge agli americani la
componente provocatoria (demagogica?) del comico genovese, « le cui
dichiarazioni rappresentano continue onde d’urto».
E nel
web, anzi, nel
modo di usarlo, sta - secondo gli americani - la risorsa primaria di Beppe
Grillo, dove la
metamorfosi del mezzo in una sorta di “iper-democrazia” (promossa attraverso il
blog e una pletora di siti internet), ha saputo aggregare quegli italiani
intenzionati a fare proseliti attraverso un nuovo attivismo politico.
Ed è
lasciando spazio alla voce roca del personaggio Grillo che il Nyt chiude un
articolo che, forse con meno pregiudizi e più serenità rispetto agli omologhi
italiani, racconta un fatto civico e partecipativo: “Non siamo un movimento
politico, questa è una rivoluzione culturale che sta per cambiare la società”.
Leggi l'articolo sul New York Times
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