Esattamente tra due
giorni, il 6 maggio, una Grecia stremata dalle difficoltà economiche e dal
malessere sociale torna alle urne. La posta in gioco è, in primis, quella della governabilità del paese, ma anche la sua permanenza nell'Eurozona. Da una parte, Evanghelos Venizelos, leader del partito socialista Pasok e attuale ministro delle Finanze del governo
tecnico Papademos, artefice di una serie di rigide misure di austerity (la
cui efficacia tarda a farsi sentire), che ha dichiarato di voler
ricostruire l'autonomia economica della Grecia e, sul piano istituzionale,
la malandata membership greca
nell'Ue. Dall'altra, Nuova Democrazia (ND), formazione di centro destra - con
grandi responsabilità nell'attuale crisi economica, per aver truccato i conti,
nascondendo il buco nel bilancio pubblico - guidata da Antonis Samaras, politico di lungo corso, ministro dei
governi di centrodestra degli anni Novanta, che ha promesso, pur nel rispetto
dei limiti e degli obiettivi imposti dalla comunità internazionale, tagli alle
tasse e aumento della spesa pubblica.
La ricetta
di Venizelos, invece, propone l’annullamento graduale della “tassa
di solidarietà”, imposta negli ultimi anni per combattere la crisi, promettendo
anche la graduale riduzione dell’IVA per agricoltori e ristoranti. Ha inoltre
dichiarato di voler diminuire i contributi alla sicurezza sociale del 10 per
cento, per far ripartire l’economia e l’occupazione (oggi in Grecia i
disoccupati sono circa il 25 per cento della forza lavoro). Ha anche
promesso la graduale riduzione dell’IVA per agricoltori e ristoranti, sempre
nel rispetto dei paletti imposti dalla comunità internazionale.
Segue una sfilza di
altri partiti e partitini (in tutto sono 32 - sigh! - le formazioni politiche
in lizza). Molto probabile, comunque, una grande coalizione ND-Pasok,
dal momento che, da soli, i due partiti non riuscirebbero a formare un governo. Ma è anche possibile che i due grandi
partiti non raggiungano insieme la maggioranza dei voti, scenario che
comporterebbe una elevatissima instabilità politica.
Ma
a preoccupare è anche l'ascesa delle forze di estrema destra. «In tempo di crisi economica è la democrazia
ad essere svantaggiata», spiega Ilia Maglini in un articolo apparso sul
quotidiano greco Kathimerini, citando Robert Paxton autore de "The
Anathomy of Fascismo". Osservazione che pare essere confermata: "Alba
dorata" - partito nazionalista, il cui simbolo ricorda neanche tanto
vagamente una svastica - ha già superato, nei sondaggi, il 5 per cento
dei voti, ben oltre la soglia del
3 per cento necessaria per entrare in Parlamento. Esclation paragonata da Venizelos ad un
inquietante precedente, l'ascesa politica dei nazisti durante la Repubblica di
Weimar tedesca, appena dopo la Prima guerra mondiale.
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