venerdì 4 maggio 2012

Il voto greco



Esattamente tra due giorni, il 6 maggio, una Grecia stremata dalle difficoltà economiche e dal malessere sociale torna alle urne. La posta in gioco è, in primis, quella della governabilità del paese, ma anche la sua permanenza nell'Eurozona. Da una parte, Evanghelos Venizelos, leader del partito socialista Pasok e attuale ministro delle Finanze del governo tecnico Papademos, artefice di una serie di rigide misure di austerity (la cui efficacia tarda a farsi sentire), che ha dichiarato di voler ricostruire l'autonomia economica della Grecia e, sul piano istituzionale, la malandata membership greca nell'Ue. Dall'altra, Nuova Democrazia (ND), formazione di centro destra - con grandi responsabilità nell'attuale crisi economica, per aver truccato i conti, nascondendo il buco nel bilancio pubblico - guidata da Antonis Samaras, politico di lungo corso, ministro dei governi di centrodestra degli anni Novanta, che ha promesso, pur nel rispetto dei limiti e degli obiettivi imposti dalla comunità internazionale, tagli alle tasse e aumento della spesa pubblica. 
La ricetta di Venizelos, invece, propone l’annullamento graduale della “tassa di solidarietà”, imposta negli ultimi anni per combattere la crisi, promettendo anche la graduale riduzione dell’IVA per agricoltori e ristoranti. Ha inoltre dichiarato di voler diminuire i contributi alla sicurezza sociale del 10 per cento, per far ripartire l’economia e l’occupazione (oggi in Grecia i disoccupati sono circa il 25 per cento della forza lavoro). Ha anche promesso la graduale riduzione dell’IVA per agricoltori e ristoranti, sempre nel rispetto dei paletti imposti dalla comunità internazionale.
Segue una sfilza di altri partiti e partitini (in tutto sono 32 - sigh! - le formazioni politiche in lizza). Molto probabile, comunque, una grande coalizione ND-Pasok, dal momento che, da soli, i due partiti non riuscirebbero a formare un governo.  Ma è anche possibile che i due grandi partiti non raggiungano insieme la maggioranza dei voti, scenario che comporterebbe una elevatissima instabilità politica. 
Ma a preoccupare è anche l'ascesa delle forze di estrema destra. «In tempo di crisi economica è la democrazia ad essere svantaggiata», spiega Ilia Maglini in un articolo apparso sul quotidiano greco Kathimerini, citando Robert Paxton autore de "The Anathomy of Fascismo". Osservazione che pare essere confermata: "Alba dorata" - partito nazionalista, il cui simbolo ricorda neanche tanto vagamente una svastica -  ha già superato, nei sondaggi, il 5 per cento dei voti, ben oltre la soglia del 3 per cento necessaria per entrare in Parlamento. Esclation paragonata da Venizelos ad un inquietante precedente, l'ascesa politica dei nazisti durante la Repubblica di Weimar tedesca, appena dopo la Prima guerra mondiale. 



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