«Caro amico,
è mio grande onore invitarti
a partecipare all’evento che organizzo a casa mia con il Presidente e la First
Lady il prossimo 14 giugno.
Facendo oggi una donazione di qualsiasi importo, potrai automaticamente
partecipare all’estrazione, vincere due biglietti per New York e unirti a noi».
A
parlare, anzi, a scrivere – a milioni di persone che, come me, nel 2008 (in
piena “Obamania”) si sono
iscritte ad Organizing for America, ricevendo, da quel giorno, aggiornamenti
via mail dallo staff del Presidente Usa – è Sarah Jessica Parker, l’arcinota Carrie di Sex and the City.
«Sono
convinta, oggi come nel 2008, che con l’impegno di tutti noi – continua
l’attrice –non solo faremo la storia, ma riusciremo a creare quel fondamentale
cambiamento di cui gli americani hanno bisogno».
Il
la lo aveva dato – il mese scorso – George Clooney, imbastendo un megaevento a
Los Angeles, in occasione del quale i 150 partecipanti hanno sborsato (niente
meno che) 40,000 $ pro capite.
Le
“campaign dinner”, si sa, sono
una vera miniera d’oro nella delicata fase del fundraising. Ancora più preziose per agguantare il secondo
mandato.
Hollywood,
del resto, ha sempre guardato alla politica, e non solo da sinistra: a parte
l’attivismo di molti attori e registi liberal, numerose sono state –
soprattutto nel passato – le star di destra ad aver influenzato la storia
politica americana, da Reagan a Schwarzenegger.
E
oggi anche il patinato mondo della moda – nella persona della zarina Anna
Wintour, direttrice di Vogue USA – scende in campo, per promozionare la glamorous “New York Night” di metà giugno.
Alè.
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