sabato 16 maggio 2015

Gli anti-Salvini che fanno pubblicità a...Salvini

Sto seguendo la cronaca del "giro d'Italia" di Matteo Salvini, impegnato da nord a sud (!) a sostenere i candidati suoi alleati alle imminenti elezioni regionali. In Sicilia come a Perugia, il segretario della Lega viene contestato in maniera dura, con scontri, tafferugli, lancio di oggetti, frutta, verdura e robe varie.
Ora, su questo Blog non faccio mistero di quanto non apprezzi Salvini, di quanto non condivida i suoi contenuti (contenuti?) e i suoi toni. Ma le contestazioni che vanno in scena sulle piazze italiane in questi giorni sono ridicole. Per due motivi.
Il primo, perché i contestatori, così facendo, vorrebbero impedire la sacrosanta possibilità di libera manifestazione del pensiero. Ora - a parte l'apologia del fascismo, che sarebbe reato, apertamente anticostituzionale (ma non è questo il caso) - ogni leader può poter incontrare il proprio uditorio di riferimento. Interferire con questa possibilità è apertamente antidemocratico. Cosa ancora più grave dal momento che proviene da coloro che - i contestatori - si ergono a paladini e difensori della democrazia.
Il secondo motivo, è puramente strategico: i contestatori di Salvini si rendono conto di quanta pubblicità 'aggratis' fanno allo stesso? Già perché gli offrono gioco facile, permettendogli di vestire i panni del perseguitato cui è negato - udite udite - il diritto di parlare.
Se poi guardiamo ai numeri, nelle piazze dove è andata in scena la bagarre erano più i contestatori che i "salvianiani": ciò significa che - in assenza di contestazioni - il comizio di Matteo Salvini avrebbe avuto molta, molta, meno risonanza.


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