venerdì 18 novembre 2011

Media (inglesi) e protagonisti (italiani)



Ultimamente la stampa inglese si è occupata – nel bene e nel male – di noi italiani. Nello specifico di due italiani: Silvio (Berlusconi) e Leonardo (da Vinci). Cosa c’entra – direte voi – l’uomo del Rinascimento, colui che ha unito umanesimo e scienza, con l’altro che – meno virtuosamente – ha unito interessi personali e politica? Niente, se non una coincidenza temporale: nei giorni in cui si consumavano – in mondovisione – le ultime ore del governo dell’imprenditore delle televisioni, infatti, apriva i battenti alla National Gallery di Londra “Painter at the Court of Milan”, l’imponente mostra dedicata al Maestro italiano. E la stampa inglese ha seguito l’una e l’altra cosa. Con ben diversi atteggiamenti, sa va sans dire.  
Mai, infatti, si sono visti editoriali tanto infuocati nei confronti di un leader estero. Come nel caso del Financial Times che – citando Oliver Cromwell – ha così sbottato: “In the name of God, Italy and Europe, go!” vattene, mentre la copertina del The Economist illustrava un Berlusconi in un clima di basso impero accanto alla scritta “That's all, folks”, è tutto, gente! Ma ancora: “Silvio Berlusconi: a story of unfulfilled promises” (The Guardian) e “Silvio Berlusconi has resigned bringing to an end a tumultuous, 17-year political career which was marred by sex scandals, corruption allegations and gaffes on the international stage.” (The Telegraph).
 Matt Pritchett, The daily Telegraph Uk
Tutt’altra musica – invece – nelle pagine della cultura: gli inglesi sembrano letteralmente perdere la testa per Leonardo da Vinci, arrivando addirittura a perdonarci (forse) vizi ed eccessi odierni. Una “mostra stupenda” dedicata ad un “talento sconfinato” (boundless talent), scrive il The Independent, mentre il Telegraph apre la sua lunghissima review complimentandosi – e l’orgoglio  è evidente – con la National Gallery, per essere riuscita a portare sotto un unico tetto le più eccezionali opere dell’Uomo del Rinascimento. E proprio all’autore della Gioconda, l’ex premier si era paragonato, qualche tempo fa, in uno dei suoi sussulti di narcisistica auto celebrazione (il video).

Due italiani visti da Londra, “due Italie” portatrici di simboli e significati che più diversi non potrebbero essere. Casuale contrapposizione, certo. Ma curiosa. Anche perchè oggi servirebbe, eccome, recuperare un po’ di quello spirito del Rinascimento che in fondo è tanto simile – e lo spiega bene Roberto Benigni – ad una resurrezione. Che sia oramai tempo di Quaresima?

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