mercoledì 2 novembre 2011

In principio era il Caos

Il mondo intero sta seguendo con il fiato sospeso il convulso evolversi della crisi dell’Eurozona. Ed è proprio di origine greca – beffarda ironia – l’etimologia della parola che – meglio di tutte – descrive l’attuale “si salvi chi può”: "caos", abisso, baratro. Tra servizi live e aggiornamenti dell’ultima ora, la copertura dei media internazionali è completa, quasi febbricitante. Come febbricitanti sono i mercati, che – per tutto il giorno – hanno reagito schizofrenici ad ogni dichiarazione, lungo un innaturale sali scendi, dopo l’abisso di ieri. Siti web e telegiornali riportano, minuto per minuto, gli eventi di Bruxelles, Atene, Roma. E Cannes, sede – domani – del G20 e dove, già da oggi, si sono svolte le prime proteste.
Dopo aver incassato il sì del governo alla sua proposta di indire il referendum sul piano di austerità targato Ue/Fmi, il primo ministro greco Papandreou vola verso la Croisette, atteso per un pre-vertice con francesi e tedeschi («abbiamo bisogno di chiarezza», dice Angela Merkel). Già perchè lo scenario è più che mai inquietante: l’esito negativo della consultazione popolare voluta da Atene innescherebbe un effetto domino letale per tutti, in primis per Francia e Germania, le cui banche detengono pericolose quote di debito greco.
Il tutto mentre un altro leader in difficoltà, Silvio Berlusconi è impegnato in queste ore in un consiglio dei ministri straordinario, nella difficile impresa di provare a tradurre in realtà le misure promesse all’Europa, cercando nello stesso tempo di tenere assieme una compagine governativa oramai in frantumi. E – nel caos – giunge accorata la voce delle istituzioni dell’Unione che, per bocca del presidente della Commissione europea Barroso, chiede l’impossibile alla Grecia: l’unità e la stabilità politica. Senza le quali «le conseguenze sarebbero impossibili da prevedere». 

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