C’è preoccupazione, in
Europa, per il voto francese della scorsa domenica. Ma a
suscitare timori diffusi non è tanto lo scontro finale tra Sarkozy e Hollande,
in programma per il prossimo 6 maggio. A spaventare è piuttosto il trionfo del
Front National di Marine Le Pen, che, al primo turno, si è conquistata un
sensazionale 17,9%, mai raggiunto prima, nemmeno dal padre (quando nel 2002
Jean Marie Le Pen travolse Jospin, aveva solo sfiorato il 17 per cento).
Secondo
quanto riferisce Le Figarò, il
cancelliere tedesco Angela Merkel ha definito "preoccupante" il
punteggio ottenuto dall’estrema destra.
Come dire, l’energica bionda del FN non diventerà presidente, ma il partito da
lei guidato si aggiudica comunque il terzo posto nella politica d’oltralpe. Rincara
la dose, il Ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, che – ribadendo
l'importanza della collaborazione franco-tedesca per il futuro dell'Europa –
tira un sospiro di sollievo nel vedere al secondo turno due candidati
"democratici", etichetta inapplicabile per l’euroscettica Le Pen.
Meno
esplicite, ma ugualmente intimorite, le istituzioni dell’Ue, che – per voce di
Olivier Bailly, spokesperson
del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso – lanciano un
appello ai leader europei, invitandoli a "non cedere alla deriva
populista, ma a continuare ad avanzare lungo la strada dell’Europa della pace e
della crescita”. Il tutto – è vero
– a dispetto della crisi, rea di aver aggravato le disuguaglianze sociali e
aver reso, così, il “terreno più che mai fertile per lo sviluppo del populismo
politico”. E c’è chi – come il socialista Jean Asselborn, ministro degli Esteri
del Lussemburgo – se la prende con Nicolas Sarkozy, che – con le sue critiche
al sistema Schengen – sarebbe in parte responsabile del punteggio della
candidata del FN, mentre secondo il danese Villy Sovndal, il risultato di
Marine Le Pen si inserisce in un trend generale, che già da qualche tempo ha
visto crescere in Danimarca, in Austria ed in Finlandia i movimenti di estrema
destra.
E, in effetti, i
timori sembrano essere fondati. Il FN, infatti, non esita a descrivere l’integrazione europea come un processo “contro i popoli d’Europa” e l’Euro come un novello Minotauro al quale
sadici eurocrati offrono in pasto vittime greche.
Alla prossima puntata....
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