martedì 24 aprile 2012

Il voto che preoccupa l’Europa


C’è preoccupazione, in Europa, per il voto francese della scorsa domenica. Ma a suscitare timori diffusi non è tanto lo scontro finale tra Sarkozy e Hollande, in programma per il prossimo 6 maggio. A spaventare è piuttosto il trionfo del Front National di Marine Le Pen, che, al primo turno, si è conquistata un sensazionale 17,9%, mai raggiunto prima, nemmeno dal padre (quando nel 2002 Jean Marie Le Pen travolse Jospin, aveva solo sfiorato il 17 per cento).
Secondo quanto riferisce Le Figarò, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha definito "preoccupante" il punteggio ottenuto dall’estrema destra. Come dire, l’energica bionda del FN non diventerà presidente, ma il partito da lei guidato si aggiudica comunque il terzo posto nella politica d’oltralpe. Rincara la dose, il Ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, che – ribadendo l'importanza della collaborazione franco-tedesca per il futuro dell'Europa – tira un sospiro di sollievo nel vedere al secondo turno due candidati "democratici", etichetta inapplicabile per l’euroscettica Le Pen.
Meno esplicite, ma ugualmente intimorite, le istituzioni dell’Ue, che – per voce di Olivier Bailly, spokesperson del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso – lanciano un appello ai leader europei, invitandoli a "non cedere alla deriva populista, ma a continuare ad avanzare lungo la strada dell’Europa della pace e della crescita”. Il tutto – è vero – a dispetto della crisi, rea di aver aggravato le disuguaglianze sociali e aver reso, così, il “terreno più che mai fertile per lo sviluppo del populismo politico”. E c’è chi – come il socialista Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo – se la prende con Nicolas Sarkozy, che – con le sue critiche al sistema Schengen – sarebbe in parte responsabile del punteggio della candidata del FN, mentre secondo il danese Villy Sovndal, il risultato di Marine Le Pen si inserisce in un trend generale, che già da qualche tempo ha visto crescere in Danimarca, in Austria ed in Finlandia i movimenti di estrema destra.
E, in effetti, i timori sembrano essere fondati. Il FN, infatti, non esita a descrivere l’integrazione europea come un processo “contro i popoli d’Europa” e l’Euro come un novello Minotauro al quale sadici eurocrati offrono in pasto vittime greche.
Alla prossima puntata....

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