giovedì 21 marzo 2013

Tra vecchia e nuova politica: l'analisi del voto






















Ecco, per punti, alcune delle principali considerazioni emerse nel corso del fecondo (e partecipatissimo) seminario “Elezioni 2013: tra vecchia e nuova politica”, ospitato dalla Facoltà di scienze politiche dell'Università di Perugia. Relatori, Alessandro Campi, Roberto Segatori, Giovanni Belardelli, Bruno Bracalente, Paolo Mancini.
Note assolutamente semplificate, nondimeno utili spunti per significative riflessioni.
·      L’elemento caratterizzante di questa tornata elettorale è stata la forte “mobilità del voto”: quasi il 50% dei votanti ha cambiato la destinazione del proprio voto. 
·      Il movimento 5 stelle ha riportato nelle urne quegli elettori che – pur essendo attivi sul mercato elettorale – sceglievano l’astensione come messaggio di protesta.
·      Nel corso della campagna elettorale, tre eventi hanno avuto conseguenze nell’orientamento del voto (conseguenze rilevate mediante sondaggi via web sulle intenzioni di voto): 1) la partecipazione di Silvio Berlusconi alla trasmissione di Michele Santoro “Servizio pubblico”, alla quale ha corrisposto non tanto un aumento della curva di gradimento del Pdl, quanto un calo di quella del Pd; 2) la vicenda Monte dei paschi di Siena, a seguito della quale vola il M5S; 3) la conferenza stampa di Silvio Berlusconi, nel corso della quale viene lanciata la parola d’ordine dell’“abolizione dell’Imu”.
·      Voto e Geografia: il Pdl vince soprattutto al sud, dove invece il Pd è debole. Il movimento 5 stelle vanta una distribuzione omogenea a livello nazionale, con forte presenza al centro, nelle regioni tradizionalmente appannaggio della sinistra.
·      Voto ed età: mentre l’elettorato del Pd è in assoluto il più vecchio, seguito da quello del Pdl (che si attesta, in media, attorno alla mezza età), M5S e Scelta civica di Monti sono le forze che catalizzano il voto dei più giovani, rappresentando i due elementi di “novità” del quadro politico.
·      Con riferimento alla composizione dell’elettorato per titolo di studio il Pd è – semplificando – il partito votato dai laureati, così come Scelta civica. L’elettorato del Pdl si attesta invece ad un livello istruzione medio basso, similmente al M5S, votato da elettori tra i quali prevale la licenza media.
·      Come si distribuisce il voto con riferimento alle professioni e alla collocazione lavorativa? Scelta civica prende voti da prevalentemente da lavoratori del settore privato, mentre il Pd pesca dal settore pubblico, configurandosi come partito degli elettori del settore pubblico. Più nel dettaglio il Pd è votato da quadri dirigenti (qualcuno lo definisce partito dei dirigenti) e insegnati, il M5S dagli operai e dagli artigiani, il Pdl da operai, commercianti, partite IVA, artigiani e casalinghe. Paradossalmente, si verifica che la componente operaia venga più rappresentata dal Pdl e dal M5S che dal Pd, che – per tradizione storico-politica – dovrebbe invece detenere il primato in questo senso. Inoltre, combinando età e posizione lavorativa, viene fuori che il Pd è il partito dei garantiti, il M5S dei non garantiti, ossia coloro in cerca del primo lavoro.
·      Quale è il rapporto tra comunicazione e scelta politica? Dalle ricerche emerge che tra utenti di Tg3 e La7 prevale il voto a sinistra, tra gli utenti delle reti Mediaset prevale il voto orientato a destra. Il voto al M5S viene da un elettorato che consuma essenzialmente canale 5 e Studio aperto (anche qui, dunque, torna il tema di una possibile sovrapponibilità tra l’elettorato M5S e quello Pdl).
·      Per poter parlare di populismo occorrono 3 elementi: a) un credo, un mito, una voice contro i professionisti della politica; b) una leadership che catalizza e cavalca le pulsioni; c) una porzione di popolazione che si sente spiazzata dalle dinamiche in corso e priva di rappresentanza. In questo senso il movimento di Grillo è configurabile come movimento populista.
·      Il principale rischio di una forza populista è quello del prevalere della parte destruens su quella construens. In altri termini, il movimento populista dà la spallata ma non elabora soluzioni complesse.  
·      Per altri, invece, la categoria del populismo sarebbe non più applicabile, in quanto obsoleta dal momento che si applicava quando c'erano i partiti di massa intesi in senso tradizionale. Il M5S sarebbe dunque un fenomeno nuovo non interpretabile con vecchi schemi interpretativi.
·      Il M5S ha scardinato la cosiddetta terrritorializzazione del voto, ossia il legame stretto del voto con il territorio: Grillo ha ottenuto un consenso omogeneo a livello nazionale, uscendo dalle zone nelle quali era già presente. Ha rotto, così, le tradizionali distribuzioni territoriali del voto: Lega al nord; Pd in Italia centrale, Pdl al sud (caso macroscopico: la Sicilia, tradizionalmente granaio del PDL).
·      M5S è un movimento che concretizza la possibilità di una realtà che si pone oltre le categorie della destra e della sinistra, le trascende raccogliendo in sé istanze radicali tendenzialmente di sinistra e un leaderismo tendenzialmente di dx. Anche spazialmente e simbolicamente i grillino si sono collocati in alto nell’emiciclo.
·      Lo stile politico del M5S è composto da una spiccata caratterizzazione verticistica, da un forte elemento carismatico e da una marcata venatura anti-politica e anti-sistema, che ricorda il Silvio Berlusconi prima maniera, intercettando ansia radicale di cambiamento. Si colloca inoltre in un continuum di stagione di movimenti sta tesa al rinnovamento, cominciata con il movimento referendario di Mario Segni.
· Questo voto conferma l’incomunicabilità tra i due poli in termini di elettorato.  Ciò significa che non si realizza trasferimento di voti tra blocco centro-sinistra e blocco centro-destra, aspetto che testimonia le difficoltà del "bipolarismo all’italiana".


I dati citati sono l’esito di due ricerche, una condotta dall’Aur (Agenzia Umbria Ricerche) e coordinata dal Prof. Bracalente; l’altra condotta dal Prof. Paolo Mancini insieme ai dott.ri Marco Mazzoni, Giovanni Barbieri e Alessio Cornia. 



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